Recensione Huawei Band 2 Pro: ho provato per due settimane la smartband che arriva in Italia il primo settembre a 99 euro.
E’ un prodotto destinato a chi ha come priorità la misurazione delle proprie attività sportive, ma che riesce a fornire anche le notifiche dello smartphone e che trova pericolosi avversari in altri prodotti in arrivo dalla Cina, in particolare l’ultima MiBand di Xiaomi.
Ci sono due elementi distintitivi per Huawei Band 2 Pro, ovvero la presenza del sensore GPS indipendente e la certificazione IP 68, per cui si può immergere fino a 5 atmosfere senza problemi. Si traduce nella possibilità di immergerla fino a 5o metri.
Un’altro elemento distintivo è la capacità di riconoscere automaticamente lo stile con cui si nuova, dorso, farfalla, stile libero. Il nuoto è una delle tre attività che è possibile misurare: le altre due sono la corsa e la camminata.
C’è anche il sensore per misurare il battito cardiaco, che viene usato anche per una rilevazione più precisa dei cicli del sonno, che vengono poi riportati in Huawei Health, l’applicazione che insieme a Huawei Wear serve da interfaccia per l’elaborazione dei dati raccolti.
All’inizio non era cominciata benissimo: ho provato ad abbinare la Huawei Band 2 Pro al mio OnePlus 5 e non ci sono riuscito. In fase di collegamento, l’applicazione mi dava continuamente un errore che si ripeteva anche dopo aver riavviato sia il telefono che la band, ad un certo punto ho optato per abbinarla al mio Huawei P10.
In quel caso, non ho avuto difficoltà. Una volta installate le app Huawei Wear e Huawei Health avete tutti gli strumenti necessari. Immediatamente dopo la connessione allo smartphone, la smartband si è aggiornata e nel giro di pochi minuti era pronta all’uso.
Per passare da un’attività all’altra basta sfiorare la base del display, dove c’è quella specie di “feritoia” orizzontale.
Con un tap si passa dalla camminata alla corsa, alla misurazione del battito cardiaco, passando per il nuoto e un esercizio di respirazione molto simile a quello che si trova anche su Apple Watch.
Premendo a lungo sullo stesso sensore si apre la relativa sezione con tutte le informazioni connesse, oppure si attiva la misurazione del battito cardiaco, o ancora si lancia la sessione di respirazione/meditazione.
Quando si entra ad esempio nella sezione della corsa, viene segnalato il tempo dell’allenamento, le calorie bruciate e il tempo di recupero.
Quello che mi piace molto è che la batteria abbia un’autonomia molto estesa: Huawei dichiara 21 giorni, ma nella mia esperienza mi sono fermato circa 16/17; può essere sia per il fatto che sono alle prime cariche, ma si tratta comunque di un ottimo risultato rispetto ad altri prodotti del mercato che fanno al massimo una settimana, per non parlare degli smartwatch che si fermano alla singola giornata.
Quello che apprezzo meno è la necessità di usare una sorta di “adattatore” per caricare Huawei Band 2 Pro, un connettore che si frappone tra la band stessa e il caricatore, probabilmente soluzione necessaria per la protezione dai liquidi in un prodotto che deve essere di dimensioni molto compatte.
Però c’è il vantaggio di una ricarica super rapida: basta una sola ora per raggiungere la carica completa.
Tutte le informazioni raccolte sono elaborate di Huawei Health (o Benessere) che vi dà anche consigli per un sonno migliore e può funzionare come una sorta di personal trainer virtuale, con tutti i limiti connessi.
Come già anticipato, arriva il primo settembre in Italia a 99,90 euro, ma se volete anticipare i tempi lo trovate QUI su Amazon, al prezzo di 100.33 euro. Quei 40 centesimi faranno la differenza?!?
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