Perché Google Play Music adesso è una scelta migliore di Spotify

Vi spiego perché (secondo me) Google Play Music adesso è una scelta migliore di Spotify, dopo la presentazione dei giorni scorsi dei nuovi prodotti per la casa di Big G.

So già che molti di voi non saranno d’accordo, ma tutto sommato non sarebbe la prima volta; che vita noiosa sarebbe se tutti avessimo le stesse idee e le stesse convinzioni?

Google Play Music ha una migliore integrazione con il nuovo mondo AI

La sintesi è tutta qui. Potrei anche non andare oltre, ma in realtà mi piace approfondire: ho letto con interesse i commenti di molti di voi, relativi  ai. nuovi prodotti di Google e ho trovato molto curiose le posizioni molto nette di alcuni di voi che non hanno nemmeno provato le soluzioni di cui parliamo.

Ognuno di noi vive la vita che vuole, non credo sia il caso di sindacare sulle abitudini degli altri, ma non vi nascondo che a me quando sono a letto e mi accorgo di avere le luci accese, poter dire: “hey google, spegni le luci in soggiorno” non dispiace per niente.

Ma trovo altrettanto comodo impartire un comando come “Hey Google, suona Radio Number One su Tune In” quando sono dall’altra parte della stanza e magari sto lavorando al computer.

Ma tutto questo che rapporto ha con la competizione tra Google Play Music e Spotify? Ci arrivo.

Una delle funzioni dei prodotti con connessione all’intelligenza artificiale, come Google Home Amazon Echo è proprio la “congiunzione” con i servizi musicali, il limite è che si può attivare solo con i servizi della casa.

Mi spiego meglio: se usate Amazon Echo con Alexa, potete dire “Alexa, play some relaxing  music” e il sistema va a selezionare musica dalla libreria di Amazon Music per soddisfare la vostra richiesta. Una funzione simile c’è anche in Google Home, ma è limitata all’interazione (perché risponda a tutte le richieste) con Google Play Music.

I cataloghi dei vari servizi musicali sono praticamente identici, il costo mensile è assolutamente uguale, passare da uno all’altro dipende secondo me soprattutto dall’hardware che si usa per ascoltare la musica.

Ecco perché, per chi oggi sceglie di abbracciare un Google Pixel, piuttosto che uno dei diversi modelli di Google Home, ha perfettamente senso scegliere come servizio di streaming musical Google Play Music anziché Spotify, a cui ci si può comunque connettere dal menù di configurazione di Google, ma con un’interazione più limitata rispetto a Play Music.

Vabbè, si è capito il senso. Voi usate un servizio di streaming?

Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

Leggi i commenti (3)

  • Concordo sulla "visione" d'insieme e farei lo stesso. Per quanto mi riguarda, avendo ancora molta musica "offline", preferisco evitare l'uso dei servizi di streaming anche perché li userei molto poco per ora.
    Tuttavia trovo molto comodo fare un backup, di quei file musicali che possiedo, direttamente sul mio account Google Play Musica così da ascoltare in streaming o scaricare quei brani dovunque e con qualunque dispositivo, senza dover passare necessariamente (come nel mio caso con iPhone e iTunes) ad una copia manuale con cavo.

  • Praticamente è una gara a chi arriva prima e convince più consumatori che il proprio pacchetto servizi/software/AI sia il più completo e funzionale, ma Apple credo la farà come sempre da padrona...
    In ogni caso da utente Android uso da tempo l'app di Play Music al posto di Spotify, vuoi per l'integrazione con Android, vuoi perchè l'app mi piace molto di più.
    Ciao!

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