I primi Google Home Mini registravano tutto per errore. Forse. E il dubbio è relativo al fatto che la registrazione fosse fatta solo per errore.
Purtroppo prendono corpo i presagi di cui vi parlavo qualche giorno fa, quando accennavo all’unico dubbio che mi assilla quando si parla di casa smart e si sceglie di usare prodotti che facciano capo ad un unico soggetto, in questo caso Google.
Non scioglieremo mai questo dubbio. Cosa e quanto viene ascoltato delle nostre conversazioni dentro casa dai nuovi oggetti connessi? Quali immagine vengono trasferite dalle telecamere di sicurezza quando noi pensiamo che siano scollegate e che siano spente?
La risposta è semplice: se non siamo ingegneri in grado di monitorare il traffico in ingresso e in uscita degli strumenti che abbiamo dentro casa dovremo affidarci alla credibilità e alla serietà delle aziende che tali oggetti costruiscono e vendono.
C’è da sottolineare un dettaglio importante: Google ha confermato che la vicenda riguarda alcuni modelli distribuiti all’evento di lancio Made by Google e quindi non destinati al commercio, perché in versione non definitiva.
In particolare, un difetto del pannello sensibile al tocco ha portato a registrare “sfioramenti” fantasma, che quindi attivavano la registrazione senza che l’utente ne fosse consapevole.
Non un’azione intenzionale, ma un vero e proprio difetto, relativo ad un componente hardware del dispositivo: non si tratta di un’intrusione deliberata di Google, ma di un banale incidente, purtroppo capitato ad un giornalista di Android Police che ha prontamente riportato la notizia che è esplosa su scala mondiale.
Un aggiornamento del 7 ottobre scorso, distribuito per i dispositivi già in circolazione dovrebbe aver migliorato la situazione e ridotto l’impatto del problema.
Il nuovo piccolo speaker smart di Big G non arriverà. nei negozi prima del 19 ottobre, ovviamente nei paesi in cui è prevista la sua distribuzione, per cui stiamo parlando di un numero minimo di oggetti, non credo sia il caso di lanciare un allarme a livello mondiale, ma qualche ombra oscura rimane sul rischio di intrusione con tutti gli oggetti che stanno cominciando a popolare la nostra casa.
Il punto non è tanto su cosa possa fare Google con i nostri dati, ma su quali possano essere i rischi di abuso da parte di terzi: non a caso negli ultimi mesi è più volte emerso che il rischio più grande in questo periodo viene rappresentato proprio dagli oggetti connessi, l’internet delle cose, o IoT, che soprattutto nella sua prima generazione non ha mai prestato grande attenzione al tema della blindatura dei dati.
Io continuo a pensare che Google Home Mini sia uno strumento eccellente e che apra la strada all’uso della tecnologia delle case connesse anche tra coloro che sono meno avvezzi all’adozione di soluzioni avanzate.
Attendiamo gli sviluppi e confidiamo sul fatto che la comunità degli esperti di tecnologia e sicurezza avrà gli occhi ben aperti sul tema, ma se avete qualche segreto, evitate oggetti connessi intorno a voi quando li svelate alle persone fidate.
WhatsApp continua la sua fase di cambiamento, ma questa volta c'è una novità molto interessante…
La nuova truffa che porta al blocco della carta è l'ennesima novità che sta circolando…
Caricare la batteria dello smartphone è in realtà un processo molto delicato e ben più…
Apple ha comunicato in maniera ufficiale una decisione del tutto inaspettata, che gli utenti dovranno…
Negli ultimi anni, OPPO ha costruito la sua fama puntando su smartphone accessibili che uniscono…
Il cambiamento avviato con il digitale terrestre spaventa molti, che temono di dover sborsare cifre…