Google lancia Google Pay e sfida Apple e Samsung nel mondo dei pagamenti in mobilità, grazie alla fusione delle sue due piattaforme esistenti Google Wallet e Android Pay.
Adesso sarebbe bello se il servizio arrivasse anche in Italia, dove purtroppo le resistenze degli istituti bancari all’ingresso di nuovi soggetti che gestiscano i pagamenti elettronici sfiorano il ridicolo.
Guardiamo con un po’ di invidia quelli che vivono in luoghi più evoluti, dove il denaro contante è un concetto giurassico e tutto il sistema monetario lavora perché la transazioni diventino più semplici ed immediate: da noi gli istituti bancari vanno in direzione opposta. Molti dei nostri istituti di credito preferiscono costruire piattaforme proprietarie, perché non vogliono condividere i movimenti di denaro dei propri clienti, ma è un meccanismo di difesa destinato a fallire in un tempo ragionevolmente breve.
In attesa che qualcosa si muova, arriva Google Pay, che come detto è un mix tra Google Wallet e Android Pay, che potete utilizzare per il pagamento dei vostri beni e dei servizi nei negozi, ma anche per saldare i vostri conti on line.
Funziona in modo molto semplice: con pochi semplici passaggi gli utenti possono memorizzare le proprie carte di credito e di debito, che vengono “smaterializzate”; al momento del pagamento gli stessi utenti possono usare lo smartphone abilitato, scegliendo quale carta usare, nel caso in cui ce ne sia memorizzata più di una.
Google Pay è protetta da tutti i migliori sistemi di sicurezza, perché la segretezza dei dati sia sempre garantita, tra l’altro nel corso della transazione non viene comunicato il numero di carta di credito che è quindi protetto e preservato da uso fraudolento.
In USA e UK nel giro di qualche mese sarà possibile spedire denaro alle altre persone, attività che viene per ora svolta da Google Wallet, che cambia il suo nome in Google Pay Send.
Per gli sviluppatori sarà facile inserire Google Pay nel proprio sito e gli strumenti per l’integrazione sono già disponibili ora. Adesso si tratta solo di narcotizzare i dirigenti delle banche italiane per far capire loro che il mondo sta cambiando. Il rischio è che presto i loro clienti cambino banca.
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