Amazon Prime in USA sale a 119 dollari. Ci arriveremo anche noi?

Amazon Prime in USA sale a 119 dollari. Ci arriveremo anche noi? Non sarà probabilmente una decisione del prossimo anno, nemmeno di quello successivo, ma il nostro destino non è molto diverso da quello americano, pur tenendo conto del diverso tenore di vita tra gli Stati Uniti e l’Europa, che probabilmente terrà più basso il prezzo da noi.

Il meccanismo è sempre lo stesso: il primo passo è quello di creare un’abitudine, possibilmente a prezzo basso: quando un servizio è parte della nostra vita ed è entrato nelle nostre dinamiche quotidiane, è difficile pensare di rinunciarvi. E’ in quel momento che entra in gioco l’aumento di prezzo.

Ma fino a che punto Amazon può sostenere un rialzo della quota associativa di Amazon Prime? Dipende. Da molti fattori.

Al primo posto ci metto l’abitudine di acquisto: quante volte comprate da Amazon e quante in un negozio tradizionale?  Quanto spendereste se doveste misurare il tempo che impiegate per cercare un prodotto che non si trova mai? E la benzina? Il parcheggio? I beni voluttuari (e probabilmente inutili) che comprereste durante in giro per negozi e che non acquistereste con una ricerca mirata on line?

Le variabili sono davvero molte, metto su tutte quella della distanza dai luoghi dello shopping, anche se oggi è molto complicato (soprattutto nei paesi occidentali) vivere a più di dieci minuti da un centro commerciale. Ce ne sono talmente tanti, che ormai c’è solo l’imbarazzo della scelta e la scusa di non voler fare troppa strada non regge molto.

Insomma le ragioni per cui un abbonamento ad Amazon Prime ha senso anche se il prezzo sale sono tantissime, ma fino a quale cifra?

Come reagiranno gli americani all’aumento di prezzo? Come al solito mugugneranno sui social, ma poi sottoscriveranno l’abbonamento, perché quando si è presi all’amo è difficile liberarsi…

Amazon ovviamente conosce bene i rischi ed è per questo che sta costruendo intorno a “prime” un vero e proprio ecosistema, oserei dire un fortino, che altri non è che un modo gentile per “ingabbiare” i propri utenti ed evitare che si allontanino con leggerezza.

Cresce la qualità dei contenuti  di Prime Video, Alexa viene inserita ovunque, con un’estensione della compatibilità che la trasforma sempre più in un hub di controllo della casa, tutte azioni volte a consolidare la presenza di Amazon nella nostra vita di tutti i giorni, andando ben oltre l’azione dell’acquisto on line. Tutto, ovviamente, strettamente intrecciato all’abbonamento ad Amazon Prime, che è la chiave di volta dell’architettura pensata da Jeff Bezos.

Da noi il prezzo cresce a 36 euro, circa un terzo della cifra americana, ma fino a quando avremo questo tipo di privilegio?

Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

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  • Personalmente dal prossimo rinnovo che sarà a prezzo pieno disdirò prime. Per me il gioco non vale la candela, raramente prime si traduce in consegna in un giorno, solitamente mi arriva comunque in due-tre giorni e sinceramente posso aspettarne anche 5-7 se risparmio sul prezzo rispetto al negozio, se ho proprio necessità scendo al centro commerciale e compro là il prodotto anche se costa qualche decina di euro in più. Colossi come Amazon si basano sulla pigrizia del compratore che reputa fico farsi consegnare la merce a casa ma se il servizio diventa caro anche il più pigro alza i tacchi e scende le scale per fare acquisti. Paradossalmente proprio mosse del genere possono dare una boccata di ossigeno ai rivenditori reali facendo recuperare almeno in parte le vendite.

  • Per me fino a 40€ un senso ce l ha e continuerò a farlo. Sopra i 50€ ci penserei a lungo.. A 130€ neanche morto! La loro fortuna tuttavia è che una vera alternativa in termini qualitativi e non solo, non esiste.

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