Si è parlato molto, forse troppo, di una vicenda i cui contorni sono abbastanza indefiniti, che vede coinvolta la CFO di Huawei, Meng Wanzhou, figlia del fondatore dell’azienda, arrestata in Canada nel mese di dicembre e di cui oggi si scopre che era un’affezionata utente Apple.
Perché indefinita? Perché il suo arresto è difficile da inquadrare, con il dubbio che si tratti di un’azione più politica che giudiziaria, in un contesto che vede l’amministrazione americana al centro di un conflitto con le società di comunicazione cinesi.
Nello specifico, Meng Wanzhou è stata arrestata in Canada con l’accusa di spionaggio, su richiesta del governo americano. Le autorità canadesi hanno anche acconsentito all’estradizione verso gli Stati Uniti, che però non è ancora stata messa in pratica.
Nel frattempo, la dirigente è stata scarcerata su cauzione, con l’obbligo di indossare un bracciale elettronico per la sua localizzazione 24 ore su 24.
Quello che gli Stati Uniti contestano è la vera natura dei rapporti tra Huawei e la società Skycom, al centro di un’indagine internazionale per i rapporti con l’Iran.
Meng Wenzhou, secondo la ricostruzione degli americani, avrebbe negato correlazioni tra Huawei e Skycom, ma avrebbe in realtà svelato ad alcune banche (coinvolte in operazioni di finanziamento) lo stretto rapporto tra le due realtà.
A queste accuse, si aggiungono quelle del furto di segreti industriali, di cui sarebbero vittime società americane: le contestazioni americane sono oggi al centro delle schermaglie legali in corso in Canada.
La predilezione per Apple
Proprio dalle vicende processuali di questi giorni, che vedono contrapposte le autorità canadesi agli avvocati della signora Wanzhou, è emerso un dettaglio curioso: al momento del suo arresto, la CFO di Huawei era in possesso di un iPhone 7 Plus, di un iPad Pro e di un MacBook.
Nella sua dotazione “tecnologica” c’era anche un Huawei Mate 20 Pro Porsche Design.
I dispositivi sequestrati sono al centro di una disputa per cui i legali avrebbero chiesto la loro custodia in luogo sicuro, evitando che la trascrizione dei contenuti venga trasmessa ad altre autorità prima della prossima udienza per l’estradizione fissata per l’8 maggio.
Questo dettaglio è bastato per accendere la rete, dato che proprio di recente Huawei ha sanzionato due dipendenti per l’uso di dispositivi di Apple nella pubblicazione di contenuti social della stessa Huawei.
Ma d’altro canto, essere la figlia del fondatore comporterà qualche vantaggio, come è normale che sia. Chi non ha mai sfruttato una parentela, scagli il suo primo smartphone! 🙂
La storia infinita: Huawei vs USA
Non sapremo mai quanto fondata sia veramente la vicenda di Meng Wanzhou, né riusciremo mai ad avere certezze sulle accuse che le vengono mosse, di cui vi ho già spiegato i contorni proprio in questo articolo.
Sappiamo però che la vicenda sarà lunghissima, dopo che un nuovo capitolo è stato aperto dalla causa intentata dall’azienda contro l’amministrazione Trump.
Nel frattempo, le attività dell’azienda proseguono, in vista del lancio dei nuovi Huawei P30 e P30 Pro, che arriveranno sul mercato nelle prossime settimane e saranno presentati ufficialmente il prossimo 26 marzo a Parigi.