Recensione Sonos Beam, la soundbar che parla con Alexa

Con un po’ di ritardo rispetto alla sua uscita, vi presento la recensione Sonos Beam, il modello più recente proposto da uno dei brand più prestigiosi in campo audio.

Potreste già conoscere alcuni dei dispositivi che Sonos ha immesso negli ultimi anni sul mercato, Play 1, Playbase, Playbar o la recente Sonos One, la prima con il supporto agli assistenti virtuali.

Tecnicamente, la definizione corretta di questi prodotti è “speaker multiroom“, perché permettono la diffusione di una singola fonte sonora in più stanze contemporaneamente, oppure di diffondere in ogni ambiente della casa un audio diverso, con l’ausilio della app che garantisce una gestione immediata anche quando non si è vicini allo speaker.

Con la Sonos Playbase sotto il mio televisore principale, ad esempio, per me è normale abbassare il volume della tv a mio figlio mentre io sono a letto e lui davanti al suo maledetto YouTuber preferito.

Come è fatta Sonos Beam

Se siete utenti di Sonos, la prima cosa che vi colpirà sarà la dimensione, perché Beam è molto più compatta degli altri modelli con lo stesso marchio.

Sul retro ci sono i pulsanti di accensione e i collegamenti con cavo HDMI e rete, ma non c’è un ingresso per il cavo ottico. Per usare quella soluzione, serve un adattatore incluso nella confezione, che converte il suono da cavo ottico ad ingresso HDMI.

Sulla parte superiore ci sono i comandi a sfioro per il volume e l’indicatore del collegamento ad Amazon Alexa, che suggerisce quando il sistema è connesso correttamene all’assistente virtuale ed è pronto ad accettare i comandi di utilizzo.

L’assistente virtuale è proprio ciò che fa la differenza in Sonos Beam, perché quando è collegata alla tv usando il cavo HDMI ARC è possibile prendere il totale controllo della tv usando la voce.

Basterà dire “Alexa accendi la tv” per accendere il televisore e controllarne le funzioni.

La soluzione più completa in assoluto è quella che combina l’uso di Sonos Beam e Alexa con Fire TV di Amazon.

Come si usa Sonos Beam

Per molti dei suoi aspetti Sonos Beam raccoglie l’eredità di Playbase e di PlayBar, con la differenza però che ora potete controllare alcuni aspetti anche con la voce. per tutto il resto il fulcro centrale rimane l’applicazione, che si utilizza collegata al wifi.

Si collega alla TV attraverso cavo HDMI, usando l’uscita ARC del vostro televisore, quella cioè che invia e riceve il segnale audio e che gestisce il controllo del volume di uscita, sfruttando il telecomando della tv.

Il volume dell’audio può quindi essere gestito attraverso la voce, l’applicazione oppure il telecomando della tv.

A proposito di volume: non è altissimo, sicuramente inferiore a quello delle già citate PlayBase e Playbar, non a caso Sonos indica sul sito che il dispositivo è adatto a stanze di medie e piccole dimensioni.

Può essere installata sotto la tv appoggiandola ad un mobile oppure appesa al muro, così come è possibile sfruttarla in modalità surround aggiungendo altri dispositivi del mondo Sonos.

Può anche essere aggiunto un subwoofer per completare la configurazione.

Sonos Beam facilità l’ascolto dei dialoghi quando si guarda la TV e ha una modalità notturna che riduce l’emissione delle frequenze basse, quelle che si propagano più facilmente e possono essere fastidiose per il vicinato.

Tramite la app, è possibile ascoltare la musica contenuta nel proprio telefono o tablet, programmi in streaming, podcast, servizi musicali come Spotify, coordinando l’emissione con gli altri speaker di Sonos presenti sulla rete.

Quanto costa Sonos Beam

La nuova Sonos Beam si trova oggi a 449 euro, ma può essere che grazie ad alcune azioni promozioni alcuni siti le propongano a 399 euro.

Se preferite un acquisto sicuro e garantito, la soluzione più immediata è quella di Amazon dove si trova Beam a 445, basta cliccare qui!

Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.
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