Non avrei scommesso dei soldi, ma avevo discrete certezze: per questo non mi sorprendo se Apple e Qualcomm fanno la pace.
Sapete già chi sono le parti in causa: una delle aziende più ricche del mondo e il produttore di processori per prodotti elettronici, specializzato in soluzioni per il mondo degli smartphone.
L’annuncio è arrivato ieri sera, quando è stata confermata un’impressione che avevo riportato nel podcast della scorsa settimana.
Voglio darvi una prova.
Proprio nel giorno in cui era stato aperto un nuovo fronte di scontro in California, è arrivato infatti il comunicato delle due società con cui si annuncia la fine delle ostilità e la decisione di collaborare per la realizzazione di nuovi processori e del modem 5G.
Diciamo che in questo contesto chi ha poco da festeggiare è Intel, che negli ultimi mesi ha visto Qualcomm entrare nel business dei PC connessi in modo significativo, è in ritardo nello sviluppo di un modem 5G e oggi si trova con la probabilità molto alta di perdere il suo migliore cliente, a favore del suo più diretto avversario.
L’accordo di collaborazione tra Apple e Qualcomm prevede 6 anni di lavoro comune, con l’opzione per ulteriori 2 anni di partnership.
Perché Apple e Qualcomm facevano la guerra?
Tutto è cominciato quando Apple ha lamentato che Qualcomm, di fatto in posizione dominante, applicava licenze troppo alte per i propri processori.
Qualcomm ha risposto con la teoria che le sue soluzioni erano vitali per il funzionamento di iPhone. Cupertino ha ribattuto che molte delle idee realizzate dalla controparte venissero da idee di suoi ingegneri e fossero in realtà state poi usate anche per soluzioni sui telefoni Android.
Il terreno di scontro si è allargato con cause in Germania, in Cina e da ieri anche in California.
A conti fatti, probabilmente, gli avvocati costavano più di un eventuale accordo e la nuova strada è stata imboccata senza indugio.
I primi segnali
La settimana scorsa, ne abbiamo parlato nel podcast, i primi segnali: Cristiano Amon, presidente di Qualcomm ha risposto a domande sulla causa e sull’ipotesi di una collaborazione sul 5G con una risposta sibillina: “sanno dove chiamarci”.
Era la punta dell’iceberg rispetto al lavoro sommerso dei legali, che a quel punto erano di sicuro già vicini ad una soluzione della crisi.
Attendiamo di conoscere gli sviluppi, ma il 5G per iPhone è più vicino.