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A chi serve davvero il rinvio del blocco USA per Huawei?

Dopo quanto è successo ieri con i nuovi dispositivi di Honor, mi chiedo oggi a chi serva davvero il rinvio del blocco USA nei confronti di Huawei, che è stato posticipato di tre.

Vi ho raccontato stamattina, come non ci siano certezze circa il futuro dei dispositivi, quanto meno per il modello più interessante Honor 20 Pro, che non avrebbe la certificazione di Google, come conseguenza del blocco di cui abbiamo già parlato ripetutamente.

Lunedì abbiamo vissuto una giornata surreale, che vi ho raccontato in questo articolo. Ieri sembrava che la situazione fosse migliorata, vi ho narrato perché in questa pagina.

Non vi nascondo che ero convinto che il rinvio fosse una specie di “segnale di pace”, una sorta di messaggio distensivo, un po’ come dire: “Paura, eh?!?” Guardate che prima o poi potrebbe succedere davvero.

L’evento di Honor di ieri a Londra ha invece aperto qualche serio dubbio su cosa stia davvero succedendo.

Ho come la sensazione che il rinvio concesso ieri sia in realtà una decisione a favore degli americani e non dei cinesi, perché probabilmente ci sono commesse in corso d’opera, consegne da fare, flussi da riorganizzare e questi tre mesi serviranno proprio alle aziende americane per gestire il mancato introito con Huawei e probabilmente anche per snellire alcune strutture.

C’è chi vocifera anche di exit strategies in fase di valutazione da parte dei distributori, anello fondamentale della catena, che sarebbero probabilmente tra i più colpiti dalle prevedibili mancate vendite di Huawei. Sottolineo che le più grandi strutture di distribuzione della tecnologia sono americane.

Come reagisce il mercato?

Dati non ufficiali parlano di un drop quasi drammatico delle vendite in questi primi giorni di crisi, bisogna capire se sia solo un contraccolpo psicologico che è destinato a rientrare oppure possa essere una condizione che si protrarrà nel tempo.

Non voglio riportare numeri che non hanno il crisma dell’ufficialità, ma se quelli che ho captato ieri fossero veri, sarebbe una situazione molto preoccupante.

Le notizie che non ci sono

La cosa più complicata in questi giorni è avere notizie certe, informazioni che non siano campate per aria e non arrivino dal “sentito dire”.

Da questo punto di vista tutte le parti coinvolte sono avare di dichiarazioni ed informazioni: nel 2019 questo vuol dire che la situazione diventa un vero far west.

Per ora, a parte la sparizione del Mate 20 Pro dalla lista dei dispositivi con accesso alla beta di Android Q, non c’erano stati segnali evidenti delle conseguenze di tutte queste vicende.

Di certo, l’evento di Honor di ieri ha lanciato ombre che pensavamo fossero dissipate e forse la situazione è peggiore di quello che avremmo immaginato solo due giorni fa.

Il punto è che dobbiamo continuare a raccontare questa storia con una serie di “ma”, “forse” e “se” di troppo.

Luca Viscardi

Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

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Luca Viscardi

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