Huawei lancia HarmonyOS, ma per ora resta con Android

Complice le vacanze, torno solo oggi sul tema di HarmonyOS, il nuovo sistema operativo che Huawei ha lanciato la scorsa settimana, dopo mesi di indiscrezioni.

La posizione ufficiale dell’azienda, espressa già a più riprese, è che questo passaggio non ha niente a che vedere con gli eventi ben noti che hanno contrapposto Huawei e l’amministrazione americana.

HarmonyOS, che fino a qualche giorno fa chiamavamo Hongmeng, è in fase di sviluppo da diversi anni e vede la luce oggi perché l’ecosistema di Huawei è pronto a crescere con un numero più elevato di dispositivi, come ad esempio le TV.

Chi mi legge sa che ho un’opinione altissima dei prodotti di Huawei per quanto riguarda la tecnologia che contengono e per la qualità costruttiva: allo stesso modo, chi visita le pagine del mio blog, sa anche che non ho mai amato EMUI, l’interfaccia che l’azienda ha realizzato sulla base di Android.

Tra le diverse interpretazioni oggi disponibili di Android, quella di Huawei è probabilmente la meno azzeccata, per qualità della grafica e organizzazione di contenuti e funzioni.

Le perplessità su HarmonyOS

E’ questa la ragione per cui guarda con curiosità, ma anche con qualche diffidenza alla costruzione di un nuovo ecosistema, che probabilmente sarà molto utile per il mercato cinese ma che mi lascia un po’ perplesso per la sua adozione in Europa e negli Stati.

Le ragioni sono molteplici, a partire dal tema trasparenza: tutto quello che abbiamo visto nei mesi scorsi parte da una chiara e diretta accusa di manipolare informazioni a favore del governo cinese: siamo sicuri che la creazione di un sistema operativo proprietario sia la giusta risposta a chi adombrava queste obiezioni?

Certo, ci sono molto vantaggi sul fronte del produttore cinese: il primo obiettivo di questo sistema operativo è la possibilità di far interagire tra loro diversi prodotti, creando un ecosistema, che possa competere ad un livello più alto dei semplici smartphone che sono stati creati fino ad oggi.

Il tema fondamentale è quello della scalabilità, la possibilità di girare con pochi mega o con molti giga.

I pilastri di HarmonyOS

Nella sua presentazione, Richard Yu ha usato quattro aggettivi fondamentali per il sistema operativo di Huawei:

  • Continuo
  • Fluido
  • Sicuro
  • Unificato

Su questi quattro elementi, che sintetizzano la capacità di girare su dispositivi diversi, con hardware molto differente, sviluppando un’unica app che poi si adatta a tutti i diversi oggetti su cui verrà usata, è fondata la costruzione di HarmonyOS.

Quando arriverà il nuovo sistema operativo?

Durante la presentazione di venerdì, Richard Yu ha specificato che per ora il gigante cinese rimarrà fedele al mondo Android, ma in caso di necessità sarà in grado di fare uno switch con un click verso il mondo di HarmonyOS, con piena compatibilità con le applicazioni Android.

Anche gli utenti saranno pronti a fare lo stesso passo?

La prima applicazione di HarmonyOS sarà mostrata sugli smart screen che verranno lanciati nei prossimi mesi. Quindi sarà il momento di prodotti di tecnologia indossabile e della linea Huawei Vision.

Crediamo che HarmonyOS rivitalizzerà l’industria e arricchirà l’ecosistema. Il nostro obiettivo è quello di portare alle persone un’esperienza davvero coinvolgente e diversificata. Vogliamo invitare gli sviluppatori di tutto il mondo ad unirsi a noi per costruire questo nuovo ecosistema. Insieme, offriremo un’esperienza intelligente per i consumatori in tutti gli scenari“.

Richard Yu

E magari allontaneremo anche lo spettro di Donald Trump, idea che tutto sommato non è così sgradevole.


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Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.
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