Arriva oggi la conferma da fonti ben informate che Huawei Mate 30 avrà Android, condizione che non avrei mai messo in dubbio nemmeno per un secondo.
Pare invece che il prossimo smartwatch prodotto da Huawei avrà a bordo il sistema operativo HarmonyOS, presentato solo qualche settimana fa.
Anche in questo caso, nessuna sorpresa, perché il neonato software di Huawei ha il suo punto di forza principale nella sua capacità di adattarsi ai dispositivi più disparati, compresi gli smartwatch.
Le parole del vice presidente di Huawei, Vincent Young, non lasciano molti dubbi: l’azienda per ora non si scosta dal suo legame con Android e HarmonyOS può al massimo rappresentare un backup in caso di ulteriori problemi nei rapporti tra Cina e USA.
Yang ha confermato che HarmonyOS sarà utilizzato nei televisori di Huawei, ormai prossimi al lancio e poi nello smartwatch che è in fase di produzione e che probabilmente verrà lanciato proprio insieme a Huawei.
Questo è un tema cruciale per lo sviluppo di Huawei: il solo fatto che esista una qualche alternativa ad Android e che ci sia un piano B per rispondere alle bizzarrie americane non significa che gli utenti vogliano abbracciarlo.
Imporre un sistema operativo è faccenda complicata, un’operazione difficile che può essere un rischio enorme anche per una realtà strutturata come Huawei.
Ricordiamo tutti come è andata quando Microsoft ha cercato di imporre Windows Phone, anche dopo l’acquisizione di un marchio incredibilmente popolare come Nokia.
Rimane negli annali quello che è capitato a Blackberry quando ha pensato di costruire BBOS10 anziché abbracciare Android.
Di fatto, oggi quella società non esiste più e ha licenziato il suo marchio ad un vendor cinese, che lo ha convertito proprio all’ecosistema android.
Ho la sensazione che Huawei non abbandonerà Android se non perché costretta a farlo e la sola compatibilità con le app di Android non sono assolutamente garanzia di successo per un salto nel buio di questo tipo.
Attendiamo il Mate 30, con la sua personalizzazione di Android e preghiamo perché gli americani rinsaviscano e diano un taglio a questa folle contrapposizione tra i due lati del mondo.
Abbiamo cose più urgenti di cui occuparci.
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