Recensioni

Recensione Diesel On Axial, smartwatch wearOS a 369 euro

Ho affrontato volentieri la recensione Diesel On Axial, perché non capita più molto spesso di provare smartwatch WearOS e perchè la proposta è originale.

Non tanto per il contenuto hardware, che è simile a quello di molti altri dispositivi, ma per le scelte estetiche di Diesel e Fossil.

Questo smartwatch ha un aspetto “post moderno”, potrebbe essere usato sul set di Mad Max, o di qualche film simile, perché combina colori e caratteri non convenzionali: questa scelta, ovviamente, conferisce personalità al dispositivo, ma potrebbe costituire un ostacolo per alcuni utenti con gusti più tradizionali.

La dotazione hardware di Diesel On Axial

Ciò che oggi Diesel On Axial offre dal punto di vista hardware è il meglio che il mercato possa offrire sul fronte wearOS, grazie al processore Snapdragon 3100, che migliora drasticamente le prestazioni, rispetto al Diesel Full Guard 2.5.

Ci sono 8 gb di memoria, una dotazione inferiore a quella di Apple Watch, ma migliore di molti degli smartwatch oggi in circolazione; c’è il processore GPS incorporato, un sensore per il battito cardiaco e un design swim proof.

A bordo di Diesel On Axial c’è un display AMOLED da 1.28 pollici, con 328 pixel per pollice, dentro una cassa da 44 mm con uno spessore da 12 mm.

A questi dettagli si aggiunge uno speaker con cui è possibile rispondere alle telefonate.

Le personalizzazioni del software

Come anticipato, Diesel On Axial è basato sul sistema operativo di Google per smartwatch, wearOS, che viene personalizzato con alcune funzioni in linea con lo stile Diesel, tra cui i quadranti con effetti 3D oppure quello con la visualizzazione di diversi fusi orari.

Non solo, perché il software è stato personalizzato con alcune modalità di utilizzo, che modificano l’aspetto dei quadranti, a seconda di alcuni dettagli.

Una modalità ad esempio attiva animazioni sullo schermo a seconda del tempo, un’altra simula invece polvere sul display quando si rimane inattivi e infine c’è una modalità non disturbare per non ricevere notifiche.

A bordo di Diesel On Axial ci sono ovviamente l’assistente virtuale di Google e il supporto a Google Pay, grazie al trasmettitore NFC.

La batteria rimane il tema più sensibile

Ne abbiamo parlato più volte provando dispositivi con a bordo wearOS; se scegliete uno smartwatch, dovete abituarvi all’idea di caricarlo tutti i giorni.

Questo principio vale anche per Diesel On Axial, che ha una batteria in grado di funzionare per circa 24 ore ma richiede una ricarica quotidiana.

Fossil ha creato diverse modalità di fruizione della batteria per estenderne la durata, ma per un pieno utilizzo dell’orologio rimane il limite delle 24 ore di funzionamento.

A proposito di ricarica: il nuovo smartwatch ha un connettore proprietario che si collega con un sistema magnetico semplice da utilizzare e abbastanza stabile.

Disponibilità e prezzo

Diesel On Axial è disponibile in Italia da qualche settimana al prezzo di 369 euro, ma trovate anche proposte più competitive su Amazon, dove lo trovate a 325 euro.

Recensione Diesel On Axial smartwatch

Se usate un telefono Android, questa è un’opzione molto interessante, a patto che vi piaccia il design “industriale” tipico di Diesel.

Quando si parla di un telefono wearOS il suo aspetto è una variabile fondamentale, perché la dotazione hardware è condivisa con molti altri dispositivi; ecco perché la valutazione di Diesel On Axial passa proprio dalle scelte estetiche dei partner Fossil e Diesel.

CI sono decine di app disponibili, ma secondo me wearOS è ancora molto lontano dalla qualità complessiva di Apple Watch, che rimane la migliore espressione di uno smartwatch oggi disponibile.

Diesel On Axial è un prodotto completo, originale nell’aspetto e offre buone prestazioni: la mia valutazione è nel complesso positiva, anche se wearOS ha bisogno di molti miglioramenti per essere pienamente competitivo.

Luca Viscardi

Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

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Luca Viscardi

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