Avete pensato più volte che la carta d’identità sullo smartphone vi potrebbe finalmente liberare dal portafogli? Forse ci siamo quasi.
Ieri Qualcomm e Google hanno presentato una soluzione che è “incorporata” nei nuovi processori Snapdragon 865 e 765 in grado di abilitare la “trasposizione” dei documenti americani dentro lo smartphone, con un livello di sicurezza praticamente inviolabile. Almeno sulla carta.
Per essere precisi, il processore Snapdragon 865 è il primo in grado di gestire le API di Android che Google ha sviluppato per questo scopo.
Adesso serve solo che le autorità preposte dedicano di abbracciare la tecnologia, il che non è scontato e probabilmente richiedere tempi quasi biblici.
We’re very excited to announce that Snapdragon will be the first mobile SoC to support Android Identity Credential APIs, which means that mobile drivers’ license and electronic ID will be possible with Android R.
Jesse Seed, Qualcomm Senior Director Product Manager
Quello di ieri è l’avvio di un processo che considero inevitabile, anche se i tempi con cui questa evoluzione avverrà sono imprevedibili.
Già negli Stati Uniti è presente una soluzione che prevede l’uso dello smartphone per il controllo dei passaporti negli aeroporti, per cui qualcosa si sta già muovendo molto velocemente.
Quella attualmente in uso in USA non è la stessa cosa, perché gli utenti americani possono usare una app per rispondere alle domande della dogana, ricevono un codice QR e poi con il passaporto tradizionale passano al controllo di dogana, velocizzando le operazioni.
Diciamo che è una sorta di Mixed Reality, ma il tema che si apre oggi è una rivoluzione totale, speriamo di vederla presto nella nostra vita reale.