Pro e contro Samsung Galaxy Fold, dopo un mese

L’ho acquistato a dicembre e dopo circa un mese di utilizzo intenso vi racconto pro e contro Samsung Galaxy Fold, il primo pieghevole del mercato.

Ok, ok, il primo ad arrivare davvero sul mercato è stato il FlexPai di Royole, ma la distribuzione è stata striminzita, il prodotto era un po’ acerbo, sembrava quasi un prototipo.

Per questo si può dire senza timore di smentita che il Galaxy Fold è il primo dispositivo con schermo pieghevole ad aver ottenuto una distribuzione su vasta scala.

Per provare fino in fondo l’esperienza d’uso con Samsung Galaxy Fold ho fatto una cosa che non facevo da anni: ho messo temporaneamente nel cassetto il mio iPhone 11 Pro Max, per usare un solo dispositivo con entrambi i miei numeri.

E’ stata l’occasione per attivare la mia prima SIM elettronica, oppure eSIM, quella cioè che vive con un semplice codice QR: si scansiona con il telefono e si aggiungono piano tariffario e numero al dispositivo.

Ho scelto di fare una prova intensiva, usando un solo telefono perché così potevo verificare la qualità del software, ma soprattutto la durata reale della batteria.

Con due smartphone in tasca, ho sempre la tendenza a dividere le attività a seconda delle app che preferisco e quindi il test batteria non è più attendibile.

Volevo anche capire nel complesso quale fosse l’esperienza più completa tra iPhone e un prodotto pieghevole di questo tipo.

Perché no

Parto subito dall’aspetto peggiore che ho trovato con Samsung Galaxy Fold: la dettatura vocale.

Sono consapevole che questo sia un dettaglio che probabilmente molti non useranno mai, ma bisogna che la sintesi vocale di Samsung è semplicemente un disastro, senza se e senza ma.

Non c’è mai una volta in cui io riesca a completare quella che per me è un’abitudine frequentissima con lo smartphone: dettare una mail, un messaggio o inviare missive su whatsapp.

Primo tema: Bixby non accede a whatsapp per scrivere messaggi. Può aprire la app, ma non può selezionare contatti e scrivere. L’assistente di Google e Siri lo fanno senza problemi: punto a sfavore.

E poi c’è la qualità della sintesi vocale in senso lato: basta una breve pausa mentre si detta, perché il software interrompa l’ascolto e si metta in standby.

Se non avete già pensato ogni sfumatura della vostra dettatura siete spacciati, senza poi tenere conto del fatto che vengono interpretate male le parole con una frequenza elevatissima.

In più, c’è la punteggiatura: Samsung non accetta punto e virgola, due punti e punto di domanda. A volte interpreta il tono della frase, ma la maggior parte delle volte scrive la punteggiatura con le parole che la rappresentano. “come stai punto di domanda”

Sia l’assistente di Google che Siri comprendono meglio il testo, inseriscono la punteggiatura e una volta completata la frase la ricontrollano per modificare le parole fuori contesto”.

Su questo fronte, male male male. Ma quando dico male, dico male davvero. C’è un gap tra la dettatura vocale di Samsung e quella di Google / Apple che è quasi incredibile da rilevare.

Se devo trovare un altro punto di debolezza, guardo allo smartwatch: con il Fold ho usato Galaxy Watch Active 2. Carino, ma la distanza con Apple Watch è molto grande.

Ci metto anche gli auricolari: Galaxy Buds (che sono nella confezione di vendita del Fold), sono ottimi in ascolto musica, ma hanno una pessima qualità in conversazione. Ancora una volta, inferiori ad AirPods.

Perché sì

Per tutto il resto posso solo dire “sì”. Perché questo dispositivo è fantastico. Se tengo conto del fatto che molti di voi nella propria vita non avranno mai dettato nemmeno un messaggio al proprio telefono, posso dedurre che il difetto di Galaxy Fold non esista.

Chi decide di usare questo oggetto ne accetta i compromessi, a partire dal peso. Tenere in mano Galaxy Fold per una conversazione molto lunga può essere impegnativo, ecco perché è indispensabile l’uso di auricolari.

Il display, quando aperto, è una figata assurda: guardare una partita su Sky Go, piuttosto che una serie su Netflix mentre si viaggia è davvero super.

Vi chiedo però (ancora una volta) di non farvi venire un travaso di bile chiedendomi se si vede la piega sul display: come potrebbe non vedersi un dettaglio del genere in un pezzo di plastica semirigido piegato a meta?

Il punto è che quando avviate un video su YouTube o su Netflix quella piega “scompare” alla vista e non si nota per niente.

Rispondo anche a chi sostiene che il display esterno sia troppo piccolo: ni. Lo è, in effetti, se volete digitare con facilità un messaggio o una mail.

Scrittura a parte, quando non potete spiegare le ali e aprire il Galaxy Fold in tutta la sua meraviglitudine, il piccolo schermo esterno è più che sufficiente per le altre attività che fareste su un normale smartphone.

Ancora una volta: ci sono dei compromessi nell’uso di questo oggetto, siamo davanti ad una primissima generazione, diamo tempo al tempo perché l’esperienza possa diventare ancora migliore, ma io nel complesso trovo che questo oggetto sia davvero affascinante.

Non ho usato a caso questo aggettivo: Galaxy Fold è affascinante perché introduce una nuova fascia di prodotti, perché propone una tecnologia innovativa, perché apre le porte ad un futuro ormai prossimo.

Ha una ricezione ottima, funziona molto bene nella combinazione tra SIM tradizionale e SIM elettronica, con la soluzione Dual Sim Dual Standby. Se siete al telefono con una delle due SIM, l’altro numero risulta irraggiungibile.

L’audio in conversazione è più che buono, così come lo è quello dello speaker incorporato. A proposito di Audio, Samsung Galaxy Fold gestisce l’uscita separata per alcune app quando viene usato il bluetooth.

Se collegate uno speaker audio, potete mandare la musica all’altoparlante, ma continuare ad ascoltare gli altri suoni (comprese le notifiche) solo sul telefono.

La convivenza tra i due display

Voglio dedicare qualche secondo a come si incrocia l’uso dei due display. Quando state guardando una app sullo schermo piccolo “esterno” se aprite quello più grande l’app viene automaticamente trasferita in versione “big”.

Se invece fate il contrario, il telefono va in standby; se per qualche ragione è utile trasferire la app sullo schermo piccolo da quello grande, bisogna attivare la funzione dal menù del telefono.

Il multitasking è facile da usare e spesso è molto funzionale, con la possibilità di dividere lo schermo in tre, per una facile convivenza di più applicazioni sul “desktop”.

L’ho scritto anche nel mio articolo dedicato alle prime impressioni: quello che stona con un display così grande è il fatto di non avere un’interfaccia dedicata che sfrutti meglio tutto quello spazio.

Però nel complesso il vantaggio del display pieghevole si coglie anche solo con la navigazione per il piacere di fruire i contenuti su spazio più grande e più leggibile.

Non ho riscontrato particolari problemi con la batteria, che pensavo potesse essere un po’ risicata per alimentare tutti quegli schermi. C’è una sola stranezza: nelle prime ore di utilizzo la percentuale scende molto in fretta, per poi stabilizzarsi nel corso della giornata.

Non è un fenomeno raro, capita con molti dispositivi, in particolare con quelli di Samsung. Dopo un’ora di utilizzo si può avere anche il 7/8% in meno, cosa che vi fa venire subito l’ansia, ma poi la discesa rallenta drasticamente.

La fotocamera è in linea con quella degli altri prodotti di Samsung delle ultime generazioni.

Pro e Contro Samsung Galaxy Fold: io me lo tengo stretto

Samsung Galaxy Fold non è un dispositivo perfetto, ma quale tra quelli oggi in vendita lo è davvero? Pur con qualche perplessità sulla tenuta nel lungo periodo del display pieghevole, io trovo questo oggetto innovativo e molto pratico, nella mia vita di tutti i giorni.

Non posso proiettarlo nell’esperienza di altri, ma posso capire che per alcuni possa in realtà risultare scomodo, in particolare per chi ha spesso la necessità di usare una sola mano quando si impugna lo smartphone.

Come segnalato in apertura, Samsung Galaxy Fold rappresenta una nuova categoria di prodotti, che comporta qualche compromesso; io, pur consapevole di qualche limite nell’uso di tutti i giorni, me lo tengo stretto perché mi sembra di vivere nuovamente l’era da pioniere del Nokia Communicator.

Alla fine, i sì sono superiori al no.

Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

Leggi i commenti (3)

  • Per la prima volta dopo anni di Apple sono passato a usare come telefono principale il Note 10 plus che per me quest'anno non si batte. Unica cosa che mi faceva impazzire era la dettatura vocale,roba da sbattere la testa. Bene, ho risolto installando la tastiera Google che come dettatore vocale mi fa appunto utilizzare quello di Google estromettendo quello Samsung. Credo sia la migliore soluzione che risolve definitivamente il problema.

      • Aggiornamento: ho sacrificato per ora iPad e Palm per mettere insieme un gruzzoletto e prendere un Fold con 20gg di vita. Inserita la tastiera Google e via, per ora una goduria.

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