Si celebra in questi giorni la ricorrenza dei dieci anni di iPad, un decennio dall’ultima grande novità lanciata da Steve Jobs prima di lasciarci.
Ricordo ancora quel momento sul palco, quando l’uomo che oggi è leggenda sollevò il primo tablet a marchio Apple per mostrarlo al mondo intero.
A guardarlo oggi quel dispositivo fa quasi tenerezza, aveva cornici che oggi fanno impressione, ma in realtà ha cambiato per sempre il rapporto di molte persone con la rete e ha messo un tassello fondamentale in un ecosistema stupendo come quello di Apple.
C’è un motivo in più per cui guardare indietro al primo iPad ci aiuta a fissare un momento che probabilmente diventerà storia.
Quello del lancio del primo iPad è stato il keynote che ha consegnato Steve Jobs alla memoria, di quelli che lo amavano e di quelli che per misteriose ragioni lo detestavano.
Un uomo che con questo dispositivo ha lasciato la sua eredità al settore della tecnologia, quello che lui stesso ha cambiato in molti modi, in momenti diversi della sua lunga carriera.
Un tempo fu Il primo computer “all in one”, poi il portatile con la maniglia, quindi l’iPod che ha stravolto per sempre il mondo della musica e forse l’ha aiutato a sopravvivere all’ondata della pirateria digitale, poi l’iPhone e infine iPad.
La differenza rispetto agli altri prodotti è però fondamentale: con tutto quello che aveva presentato in passato, Steve Jobs aveva reinterpretato oggetti che già conoscevamo, che erano già un successo, mentre con iPad ha aperto un nuovo segmento, in cui ha tracciato un solco mai colmato dalla concorrenza.
Eppure Microsoft aveva presentato un tablet nel 2002, un momento che sembra non essere mai esistito, rispetto a quanto invece è successo dal 2010 in poi.
Sul perché quella di Microsoft sia rimasta lettera morta e la versione di Steve Jobs ha cambiato invece il mercato non troveremo una sintesi nemmeno tra vent’anni.
Di fatto, però, a distanza di un decennio, il tablet oggi è iPad. Ma ricordate quali e quanti sberleffi arrivarono al momento della presentazione?
Potrei riempire pagine e pagine con quello che la creatività umana ha prodotto su quel dispositivo; a distanza di dieci anni, però, possiamo solo rilevare che quello di Apple è diventato uno standard di mercato.
Se penso alla mia famiglia, mi rendo conto che sono l’unico ad aprire ancora un computer dentro casa; il resto dei componenti per il 90% usa un iPad nelle proprie attività quotidiane.
Curiosamente, mio figlio, che ha una Nintendo Switch per giocare, in realtà preferisce portare con sé un iPad, che diventa piattaforma di gioco, informazione, ascolto della musica, fruizione di film e cartoni, varie ed eventuali. Per lui iPad è lo strumento tecnologico d’adozione.
iPad é il prodotto multimediale della famiglia e il mondo si divide tra chi ne ha uno e chi per qualche ragione ha comprato un’alternativa, ma usa comunque un tablet.
Se volete, l’unica sua vera debolezza è che è costruito in modo eccellente, così bene che prima di avvertire la necessità di cambiarlo passano di solito molti anni.
Ecco perché il mercato, raggiunta la saturazione, ha rallentato in modo drastico e oggi soffre un po’ rispetto a quello degli smartphone.
Ma non è un problema di “formato”, non è il dispositivo ad avere stancato, semplicemente parliamo di un prodotto che sembra non morire mai e per questo il suo ciclo di vita è più lungo rispetto a quello degli smartphone.
Ho ancora un iPad 2 e nonostante non si aggiorni più, nonostante sia un po’ lento, riesce ancora oggi a fare le cose più importanti come navigare e ricevere la posta.
Ecco perché il mercato dei tablet ha rallentato in modo drastico e oggi fatica a brillare.
In dieci anni iPad ha fatto passi da gigante, la versione Pro attualmente in vendita ha un sistema operativo dedicato, una tastiera che compete con quella dei computer e in generale rappresenta un alternativa molto interessante all’uso del computer.
Per il 90% degli utenti le funzionalità offerte da iPad Pro sono sufficienti per le necessità tecnologiche quotidiane.
A distanza di dieci anni iPad ha rallentato la corsa ma è ancora perfettamente in gioco.