Non è una novità assoluta, perché esiste già da un po’ di tempo, ma l’applicazione Nextdoor assume un significato più rilevante in tempo di emergenza.
L’idea è quella di creare una rete di collegamento di quartiere che aiuti a condividere informazioni e a facilitare anche la collaborazione tra coloro che risiedono nella stessa zona di una città.
L’applicazione è disponibile sia su iOS che su Android e prevede un percorso di registrazione che include la condivisione di nome e cognome, indirizzo, numero di telefono ed email.
Devo dire che tutti questi dettagli nelle mani di un solo soggetto, di cui non si conosce l’affidabilità mi fanno sollevare le antenne e pensare che qualche rischio connesso esista.
Credo di non aver mai concesso tutte quelle informazioni in un unico form se non allo stato e alle forze di Polizia.
Se per voi il tema non crea problemi, una volta inserito l’indirizzo sarete “collocati” nel quartiere della vostra città.
Devo dire che nel mio caso la scelta del quartiere non è precisissima perché fa riferimento ad una via che non viene considerata quartiere dagli abitanti.
E’ come se a Milano, vivendo in una via adiacente a Corso Buenos Aires vi dicessero che siete nel quartiere “Piazzale Bacone”.
Completato il processo di attivazione avete accesso alle comunicazioni tra cittadini che vivono nel vostro quartiere o nelle zone limitrofe.
In questo periodo ho visto che ci sono tantissime informazioni sui servizi a domicilio e sui servizi di quartiere attivi, dettaglio particolarmente utile in un momento così particolare.
Tra le conversazioni della mia zona, ho visto anche quelle relative all’offerta di tempo per la consegna di pasti e medicinali a domicilio, pratiche di buon vicinato che forse si erano un po’ perse.
Ovviamente, la app diventa più utile ed efficace, quando il numero degli iscritti aumenta. Qualcuno di voi ha già provato ad usarla?