Ci sono momenti in cui in mezzo a decine di novità ti prende la voglia di tornare indietro, a me è successo con Motorola One Zoom, che io considero l’incompreso di Motorola.
E’ stato presentato a IFA 2019, quando ancora si andava alle fiere e alle feste, si scorrazzava per Berlino e si stringevano calorosamente le mani.
Ho sostenuto più volte che questo sia stato forse uno dei dispositivi più azzeccati degli ultimi mesi, in cui purtroppo Motorola non ha creduto fino in fondo.
Onestamente, con un design così accattivante, avrei spinto un po’ sulle specifiche per competere in un segmento superiore, sfruttando proprio il fatto che fosse un prodotto così bello da vedere.
E invece è stato inserito un processore di seconda fascia ad un prezzo un po’ troppo alto rispetto al resto dei concorrenti.
Oggi One Zoom si compra a 299 euro, ma al suo esordio il prezzo era di quasi 400, cifra a cui alcuni concorrenti cinesi offrono anche il caffè e due pasticcini, oltre che un hardware più potente. Sappiamo come molte aziende asiatiche vendono quasi in perdita alcuni prodotti ed è difficile competere in questa giungla, ma purtroppo l’utente finale fa sempre e solo i conti sul prezzo.
A distanza di diversi mesi guardo e riguardo questo oggetto e trovo che non abbia avuto l’attenzione che meritava. Forse anche da parte della stessa Motorola, che non ha aggiornato il sistema operativo, ancora fermo ad Android 9.
Eppure, io trovo che questo smartphone possa avere ancora qualche carta da giocare.
Tra i diversi elementi distintivi, oltre che la fotocamera quadrupla, c’era anche il logo di Motorola sul retro che si illumina. Non cambia le prestazioni del telefono, ma è super cool.
Per chi non se lo ricordasse, i quattro sensori erano da 48 mpx con apertura F/1.7 e stabilizzazione ottica, grandangolo da 16 mpx con OIS, zoom ottico 3X da 8 mpx, sensore profondità da 5 mpx.
La fotocamera frontale, invece, è da 25 mpx, con HDR.
Il sensore principale gira video in 4K, quello frontale a 1080p con 30 frame al secondo. C’è anche uno slow motion a 720p con 240 frame al secondo.
Lo schermo ha una diagonale da 6.39 pollici, un super AMOLED fullHD+ con una proporzione 19,5:9 e una densità di pixel di 403 per pollice. Le cornici sono sottili, ma non troppo, perché il rapporto schermo/superficie è dell’84%.
La fotocamera frontale è alloggiata nel “notch a goccia”.
Processore a 11 nm, Snapdragon 675, con 4 gb di RAM e 128 gb di memoria interna, espandibile a 256 con microSD.
Ci sono radio FM, jack per le cuffie e connettore USB Type-C.
La batteria è da 4.000 mAh, con una prestazione discreta, anche se in tutta onestà mi aspettavo di più in termini di autonomia.
Motorola One Zoom: io ne farei una versione “hard”
Visto che tutti usano i suffissi Pro e Plus, io userei invece “hard”, perché userei lo stesso design con prestazioni più elevate e magari con una fotocamera all’altezza del blasone Motorola.
Processore potente, connessione 5G, fotocamera tarata con i sacri crismi, cercando di dimenticare gli scempi commessi da Motorola in questo segmento.
Sono convinto che One Zoom “pimpato” a dovere, potenziato ed aggiornato avrebbe chance addirittura superiori a quelle di Motorola Edge, che è bello ma ha un design più ordinario e simile a quello della concorrenza.
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