Questa sì che è una strana coppia, perché mai avremmo immaginato di abbinare Qualcomm e Huawei per la produzione di uno smartphone.
Eppure all’orizzonte pare esserci proprio un possibile accordo tra le due aziende per la fornitura di processori che andranno ad alimentare gli smartphone del 2021, in particolare P50 e Mate 50.
Andiamo con ordine: qualche settimana fa il Dipartimento del Commercio americano ha inasprito le misure contro Huawei e ZTE, impedendo di fatto alle aziende americane di fornire loro componenti di qualunque tipo.
TMSC ha sempre fornito i componenti fondamentali per i processori Huawei perché HiSilicon, la società della stessa Huawei che realizza i processori Kirin, progetta le nuove soluzioni, ma non le costruisce fisicamente.
Con il divieto americano questa fornitura diventa impraticabile, ecco perché Huawei ha stretto un accordo con la cinese SMIC, che però riesce a produrre solo processori a 14 nm, mentre l’industria ormai è pronta per i processi a 5 nm.
Per fare il salto in avanti ci vorranno anni, oltre che attrezzature molto più sofisticate, di cui ora SMIC non dispone.
Il più recente processore di Huawei, il Kirin 710A è stato realizzato dalla stessa SMIC, ma è un prodotto di fascia medio-bassa, con specifiche appena discrete.
Ecco perché in questi giorni alcuni analisti hanno ipotizzato che possa essere Qualcomm a fornire i processori per i prossimi flagship.
Qualcomm e Huawei: perché Trump potrebbe approvare
Qualcuno, ovviamente, opporrà subito all’idea il fatto che Qualcomm sia americana e quindi sia formalmente bloccata.
Vero, ma potrebbe chiedere una licenza speciale e non ci sono ragioni per cui non dovrebbe ricevere il benestare, dato che in questo modo il cuore pensante e pulsante del telefono sarebbe un prodotto americano, eliminando il sospetto di pratiche di spionaggio che sono state adombrate dall’amministrazione Trump.
Per altro, l’eventuale accordo tra Qualcomm e Huawei comporterebbe un beneficio economico per l’America, altro tema sensibile per l’attuale amministrazione.
Sarebbe un discreto affare, perché Huawei nel 2019 ha segnato una crescita del 17% arrivando a consegnare 2040 milioni di smartphone in tutto il mondo, rispetto ai 205 del 2018.
La perdita in occidente è stata compensata con la crescita in terra asiatica e in particolare in Cina, ecco perché Qualcomm e Huawei avrebbero reciproci vantaggi con una collaborazione.