Ho voluto concentrare la recensione Huawei P40 Pro+ in un aggettivo, perché questo smartphone è davvero esagerato in tutto ciò che offre.
Ha ben 5 fotocamere sul retro, arriva ad uno zoom ottico 10X, che diventa 100X nella sua versione ibrida, ha un frame e un pannello posteriore in ceramica e un sistema di ricarica wireless mostruosamente veloce.
In tutto ciò che caratterizza la sua scheda tecnica, Huawei P40 Pro+ è davvero mostruoso, con l’unica eccezione del refresh rate, che curiosamente è stato mantenuto a 90 hz, inferiore a quello di altri prodotti presenti sul mercato.
Nella valutazione complessiva, ovviamente, non si possono ignorare due dettagli: il prezzo e la mancanza dei servizi di Google.
COSA MI PIACE
- Design con display curvo
- Finitura ceramica
- Comparto fotografico
- Qualità dei video a 30 fps
COSA NON MI PIACE
- Niente Google Services
- Un po’ troppo spesso
- Non ha speaker stereo
- Qualità video 4K 60 fps
Confezione e design
Questo è un prodotto che offre il meglio di sé con la scheda tecnica che lo accompagna, perché per quanto riguarda la confezione non si discosta molto dal suo fratello minore, P40 Pro.
Ci sono il telefono (ovviamente) un cavo per connessione computer/ricarica, cuffiette con connettore USB Type-C e caricatore super veloce da 40W.
Il telefono è caratterizzato da quello che avrei chiamato “buchetto”, ma che in questo caso è un “bucone” perché ci sono ben 3 sensori alloggiati sul fronte del telefono. Entriamo nel dettaglio più avanti.
Sul retro si nota la finitura in ceramica e il gigantesco blocco fotocamere, con ben 5 sensori e il flash, che sporge in modo deciso dal corpo del telefono, ma è più contenuto di quello di Galaxy S20 Ultra, per fare un paragone con un prodotto che ha dimensioni simili.
La finitura del blocco delle fotocamere è molto curata, con un taglio elegantissimo, che non propone spigoli netti.
Anche la cornice del telefono è in ceramica, su un lato ci sono pulsante di accensione e controllo volume, dall’altro invece c’è uno spazio completamente libero, in cui si notano solo i tagli delle antenne.
La ceramica è il materiale più resistente che si possa utilizzare per uno smartphone e contribuisce a dare maggiore resistenza ai graffi, quindi più durata nel tempo. Per intenderci, la ceramica ha una valutazione di “durezza” di 8.5, lo zaffiro di 9, il diamante di 10 nella scala di Mohs, non potendo scegliere due materiali costosi come quelli con classificazione più alta, la ceramica rimane la migliore opzione disponibile.
Questo però non significa che il telefono è indistruttibile, perché il vetro sulla parte frontale in caso di caduta può rompersi.
Nelle dimensioni, Huawei P40 Pro+ è identico al modello Pro, con l’unica differenza di 17 grammi di peso in più, dovuti alla ceramica e alla dimensione superiore del blocco fotocamere.
C’è la certificazione IP 68 per polvere e acqua, che per questo tipo di dispositivi è un must.
Il sensore per le impronte digitali è sotto il display, mentre va segnalato che lo schermo viene usato anche per trasmettere attraverso la vibrazione il suono durante una conversazione.
La soluzione è molto interessante dal punto di vista tecnico, ma toglie quasi completamente le frequenze basse alle proprie chiamate, questo comporta anche il suono in vivavoce sia mono. perché c’è in realtà un solo altoparlante vero e proprio.
La qualità dell’audio in vivavoce è ottima, sia per il volume che per la composita. In questo caso, invece, i bassi si sentono e sono discretamente pronunciati.
Il display
Bello, non c’è nulla da dire. Come per P40 Pro, la diagonale è di 6.58 pollici, mentre la ratio è curiosa 19.8:9, con una definizione di 1200 x 2640 pixel.
Ci sono 441 pixel per pollice, con una superficie complessiva di 105.2 cm2 e un rapporto schermo superficie del 91.6%, che non è la migliore del mercato, ma si avvicina molto.
Parliamo di uno schermo OLED, con curvatura molto più pronunciata di quella della serie 30 dello scorso anno, ma inferiore a quella di Motorola Edge.
Ha un refresh rate da 90 hz e il supporto ad HDR10+.
La luminosità massima arriva a 450 nits, la minima a 1.6. C’è un’ottima leggibilità alla luce diretta del sole e un controllo perfetto per la lettura quando c’è buio intorno a noi.
Ci sono diverse modalità disponibili per la taratura del display e sono tutte discretamente accurate nella riproduzione dei colori, cambia il livello di saturazione degli stessi. Bisogna scegliere secondo il proprio gusto.
Purtroppo la definizione elevata non si può apprezzare al massimo, perché Netflix e Amazon Prime Video funzionano solo a 720 p perché non c’è il supporto ai codec video più recenti per il famoso embargo americano, che ben conosciamo.
C’è infine un always on display che si può usare con diversi temi e colori, ma bisogna fare attenzione agli impatti sui consumi della versione colorata.
In generale, comunque, questo è un ottimo display.
Recensione Huawei P40 Pro+: hardware e software
Come anticipato, questo è un dispositivo che non chiede compromessi, perché è costruito con le migliori tecnologie oggi disponibili per Huawei.
Il processore è uno dei migliori del mercato, il Kirin 990, che è compatibile con le reti 5G e rappresenta una soluzione in cui il modem è incorporato.
C’è anche una sezione dedicata al processo neurale per accelerare operazioni di calcolo e rendere l’intelligenza artificiale più efficiente, perché residente nello smartphone.
Il kirin 990 è un octa-core con una frequenza massima di 2.88 ghz, ma la potenza viene distribuita ai diversi core a seconda del tipo di lavoro da svolgere per ottimizzare i carichi e contenere i consumi.
Ci sono 8 gb di ram, che sono tanti ma inferiori alla dotazione di altri prodotti, oltre a 256 o 512 gb di memoria interna, che hanno standard UFS 3.0 e si possono anche espandere tramite Nano Card.
La GPU invece è la Mali G76-MP16.
Non c’è molto da dire sulla performance: un telefono velocissimo ed estremamente potente un tutto ciò che fa, dalla gestione dei videogiochi alle elaborazioni dei video o il controllo degli effetti in tempo reale.
Bisogna dire che in tutti i benchmark Huawei P40 Pro+ è in una posizione di rincalzo rispetto ai top di gamma con Snapdragon 865, ma è una condizione abituale per la linea P che adotta un processore leggermente più datato.
In ogni caso, anche con risultati inferiori nei test, parliamo di un prodotto super affidabile.
Lo sblocco viene fatto sia con l’impronta digitale che con la lettura del volto: c’è un sensore frontale TOF con infrarossi, quindi lo sblocco funziona anche con il buio, come il faceID di Apple.
Il software è EMUI 10.1 basato su Android 10 e come già specificato non ci sono i servizi di Google. Le mancanze ci sono, ma il loro impatto dipende da quanto importante è Google per voi.
Non esiste una valutazione trasversale, valida per tutti: il peso dell’assenza dei servizi di Google si può misurare solo conoscendo le abitudini e le necessità del singolo utente.
Molte delle app che non erano disponibili nei mesi scorsi, oggi stanno cominciando a raggiungere la app gallery, quindi ci vorrà un po’ di pazienza ma le differenze saranno sempre più contenute.
La nuova EMUI è gradevole dal punto di vista estetico ed è completa nei dettagli da cui è composta, con animazioni fluide e piacevoli.
C’è da perdersi nei menù per scoprire tutto ciò che Huawei ha piazzato nel suo sistema operativo, compresi gli effetti sulla fotocamera, la capacità di editare immagini e di fare interventi sofisticati come la rimozione di contenuti indesiderati dalle foto.
Senza dubbio, al netto della mancanza dei servizi Google, è una personalizzazione molto efficiente di Android AOSP, la versione opensource del software per smartphone creato da Google.
La fotocamera
La punta di diamante di Huawei P40 Pro+ è la Ultra Vision Penta Camera, che è realizzata insieme a Leica, con cui la collaborazione va avanti ormai da diversi anni.
Il sensore principale è da 50 mpx con focale di 23mm, è particolarmente grande, 1/1.28″ con filtro RYYB, apertura F/1.9 e stabilizzazione ottica. Questo sensore è fisicamente più grande di quello di Galaxy S20 Ultra che offre ben 108 mpx.
Il filtro RYYB rispetto alla versione RGGB sostituisce i sub pixel verdi con quelli gialli, che catturano il 40% di luce in più. La differenza si vede negli scatti notturni.
La messa a fuoco è migliorata ed è più potente, grazie alla soluzione omnidirezionale. C’è la pratica del Pixel Binning, quindi vengono usati 4 pixel come se fossero uno solo, quindi le foto che vengono realizzate sono da 12.5 mpx.
C’è quindi un grandangolo da 40 mpx, apertura F/1.8 e una focale da 18 mm. Scatta foto con ratio 3:2 e un formato di 10 mpx, combinando anche in questo caso 4 diversi pixel in uno solo.
A questi primi due componenti si affiancano ben due zoom, uno da 8. mpx F/2.4 con zoom ottico 3X e il secondo sempre da 8 mpx, F/4.4 con zoom ottico 5X.
Il primo dei due sensori con Zoom ottico usa pixel molto grandi ed ha stabilizzazione ottica, curiosamente le foto subiscono un “upscale”, vengono ingrandite fino a 12.5 mpx, ma non è chiaro con quale obiettivo. Forse per avere una dimensione simile a quella del sensore principale.
Il secondo zoom invece si basa sul meccanismo a periscopio per arrivare ad un 10X. Teoricamente, con una soluzione ibrida tra ottico e digitale si arriva a 100X, ma è una cifra del tutto teorica perché per scattare con la moltiplicazione 100X ci vuole un cavalletto con stabilità assoluta e non ci deve essere nemmeno un filo di vento.
La fotocamera in realtà “croppa” sempre un po’ le foto, per cui vedere la vera foto 10X senza alterazioni bisogna mettere il selettore a 8.5X mentre per la foto principale senza ritagli bisognerebbe selezionare 0.85X.
Stranezze da ingegneri su cui non vogliamo addentrarci, perché ci verrebbe il mal di testa.
Il risultato finale, per non dilungarsi troppo, è che le foto sono belle. E basta.
Per completare l’opera e migliorare il risultato c’è il sensore Time Of Flight che legge meglio le profondità e la differenza si vede quando si scatta una foto ritratto con il sensore posteriore.
Anche la fotocamera anteriore è migliore, ci sono due sensori e c’è l’autofocus, merce rara per i selfie!
Non solo, perché la fotocamera frontale da 32 mpx può catturare video in 4K con 60 frame al secondo, con ottima qualità.
A proposito di video: la qualità è ottima con quasi tutti i sensori, con l’unica eccezione del grandangolo, con cui se ne registrano buoni, ma non eccellenti.
Però questo giudizio vale se consideriamo video girati a 30 frame al secondo; con l’opzione a 60 frame per secondo, il risultato non è all’altezza delle aspettative.
La stabilizzazione in alcuni casi è solo elettronica; quando invece si usano lo zoom o il sensore principale la stabilizzazione è anche ottica, combinando le due opzioni. Il risultato su questo fronte è davvero notevole, anche se manca l’opzione per disattivare del tutto la stabilizzazione.
Ottimi anche i video notturni, che beneficiano della qualità complessiva dei sensori.
Quando si girano i video c’è il supporto all’HDR e allo zoom audio: ingrandendo un’immagine, aumenta anche l’intensità dell’audio.
Nel complesso il software della fotocamera non cambia molto rispetto al passato: interfaccia semplice da usare, con moltissime funzioni aggiuntive per gli scatti al cibo, in bianco e nero, i panoramici, la doppia visuale e l’HDR manuale.
A questi si aggiungono anche la modalità notte e quella pro per il controllo manuale di tutte le opzioni.
Non credo serva il mio giudizio per dirvi che la fotocamera di Huawei P40 Pro è promossa.
La batteria
Ci sono 4.200 mAh, che potrebbero lasciare qualche timore con il supporto al 5G e con uno schermo così grande, ma in realtà non ho mai avuto problemi di autonomia.
In 30 minuti si carica il 77% della capacità con il caricatore in dotazione da 40W, niente male come situazione.
Ma qui entra in gioco anche la ricarica wireless da 40W che funziona con il caricatore originale huawei e porta il telefono da 0 a 55% in 30 minuti e lo carica completamente in 80 minuti.
Con la ricarica veloce il telefono si scalda un po’ ma non c’è da preoccuparsi visto che è certificato per la sua sicurezza.
C’è ovviamente il reverse charge per caricare altri dispositivi che supportano la wireless charge.
Nel complesso, la batteria riesce a riprodurre video in locale per più di 17 ore, se non vi bastano, chiamate il dottore.
Recensione Huawei P40 Pro+, le conclusioni
Concludo la mia lunga recensione Huawei P40 Pro+ con un giudizio positivo, anche se il mio preferito della serie rimane P40 Pro, che comporta qualche accettabile rinuncia ma è sensibilmente più sottile, per me è un dettaglio importante.
Questo smartphone è tanto, tantissimo, un po’ come il Galaxy S20 Ultra, con il rischio che sia quasi troppo.
Lo considero un ottimo esercizio di ingegneria, in cui tutti gli aspetti sono portati alla massima espressione, bisogna capire se queste differenze possano valere per voi 300 euro in più nel conto finale.
Se decidere che la risposta è positiva, non vi pentirete dell’acquisto. Difficile chiedere di meglio ad uno smartphone oggi.