Qualche settimana fa vi abbiamo presentato Amazon Echo Auto, l’ultimo prodotto della serie che veicola l’assistente virtuale Alexa.
Quando Amazon Echo Auto è arrivato a casa, ho espresso subito qualche perplessità: troppe complicazioni, troppi cavi, un utilizzo che a prima vista mi sembrava un po’ forzato, pur con l’enorme potenzialità di Alexa sempre con sè.
La prima perplessità riguardava l’alimentazione: Amazon Echo Auto viene fornito con un supporto per agganciarlo alla bocchetta di areazione della macchina, da cui però poi parte un cavo di alimentazione, fino alla presa accendisigari.
Quella posizione è pensata per avere i microfoni quanto più possibile vicini alla bocca di chi parla e quindi per facilitare la comprensione dei comandi.
Non ho mai amato il disordine in auto, quel cavo a penzoloni non mi esaltava: in realtà, ho realizzato con lasciando Amazon Echo Auto nel “tunnel” quello che di solito fa anche da porta oggetti, il microfono capta i comandi perfettamente.
Secondo dettaglio: Amazon Echo Auto sfrutta la connessione bluetooth, verso lo smartphone, che poi trasferisce l’audio al sistema dell’auto.
Nei primi giorni, quindi, per usare Alexa dovevo ogni volta premere sul pulsante che regola le sorgenti in ingresso dell’audio, ma era una soluzione del tutto scomoda.
Mi sono però accorto qualche giorno dopo, che cambia tutto quando si usano Android Auto oppure Apple CarPlay.
Collegando il proprio smartphone al sistema nato per le auto di Apple o di Google, quando si invia un comando ad Alexa, l’audio viene riprodotto automaticamente, senza la necessità di selezionare le fonte.
Questo cambia tutto.
Da quando me ne sono accorto, Alexa è diventata la principale fonte di notizie, podcast, brani musicali, informazioni di vario genere, per tutta la famiglia.
Nel giro di qualche settimana, Amazon Echo Auto ha conquistato una posizione prioritaria nell’utilizzo in macchina, per un motivo semplice: non sempre il mio iPhone capta il comando “Ehi Siri”, mentre Amazon Echo Auto è infallibile nel captare il “trigger” vocale, ovvero la parola d’ordine che predispone alla ricezione dei comandi.
Dove mi devo aspettare di trovare Alexa in futuro? Lo spazzolino da denti, così non mi dimentico dei promemoria per il giorno dopo quando me li lavo?
Il lavoro di Amazon per portare l’assistente virtuale ovunque è stato impressionante e considerato il flop di Cortana (l’assistente di Microsoft) non era scontato che l’operazione avesse successo.
Bisogna riconoscere in Amazon una capacità “industriale” e una forza nelle diffusione, che in questo momento non hanno pari.