Per la recensione Google Pixel Buds 2 ho ascoltato un sacco di musica fantastica e questo è uno degli aspetti positivi delle prove di auricolari.
I nuovi Google Pixel Buds 2 sono una pietra miliare per noi, perché finalmente portano gli auricolari di Big G anche in Italia, dove invece non è stata commercializzata la prima versione.
Li ho usati in modo intenso per una settimana, più o meno, nelle condizioni più disparate e ho potuto apprezzarne i pregi, ma anche rilevarne alcuni difetti, ne parliamo a breve.
COSA MI PIACE
- Ricarica wireless
- Ottima qualità suono con musica
- Design molto curato
COSA NON MI PIACE
- Qualità audio in conversazione
- Durata di una singola carica
Google Pixel Buds 2 entrano in un mercato ricco e molto vasto, con decine di prodotti che offrono una varietà di prezzo incredibile, che spazia dai 30 ai 300 euro.
Si posizionano in competizione con Apple Airpods, rispetto ai quali non hanno la riduzione del rumore e anche a Samsung Galaxy Buds+, che però vantano un’autonomia per singola carica inarrivabile.
Potrei citare anche Jabra Elite 75T, che in questo momento sono il prodotto con il miglior rapporto qualità / prezzo.
Come si posizionano in questo contesto i nuovi Pixel Buds 2? Bene, anche se alcuni di picchi di eccellenza sono poi bilanciati da alcune mancanze.
Google Pixel Buds 2, il design
I nuovi auricolari true wireless di Google si distinguono per il design compatto e per la particolare soluzione con cui si “incastrano” nel padiglione auricolare, dove rimangono ben saldi anche quando si muove o si fa attività sportiva.
Una volta messi in posizione, dall’orecchio sporge solo un “bottoncino” bianco, la cui superficie è sensibile al tocco e può essere utilizzata per controllare la diverse funzioni.
Il case è voluminoso, forse il più grande tra quelli degli auricolari citati, ma ha il pregio di essere facile da utilizzare per mettere e togliere gli auricolari e di avere una ricarica wireless.
La forma ad uovo e i materiali, rendono questo case molto accattivante sul fronte estetico, anche se sono curioso di vedere come si comporti nel tempo il materiale scelto, che è più bello di quello degli altri case in circolazione, ma pare “poroso”. Solo il tempo ci dirà come reagirà alle sollecitazioni tipiche delle custodie di uno smartphone.
Il comfort di Pixel Buds 2
Il primo modello, che da noi non è mai stato commercializzato, aveva un cavo di nylon che collegava i due auricolari e molti recensori avevano classificato scomodi sia il cavo che la forma degli auricolari.
Non ho un metro di paragone, ma posso dire che Pixel Buds 2, invece, sono molto comodi da usare, perché si posizionano correttamente nell’orecchio, pur non esercitando una pressione eccessiva.
Questo evita l’effetto di isolamento che ad alcuni potrebbe non piacere e potrebbe dare addirittura controindicazioni.
Gli auricolari hanno in confezione 3 diversi terminali, che si differenziano tra loro per la misura, grazie ai quali è possibile garantire una perfetta aderenza e una migliore riproduzione del suono.
Google ha dichiarato che la creazione di Pixel Buds 2 è arrivata dopo la scansione di migliaia di orecchie, per comprenderne perfettamente la forma e il risultato secondo me si vede e si avverte.
Sono anche resistenti all’acqua e al sudore, si possono quindi usare durante l’attività sportiva, senza il timore di fare danni.
Come si usano i Pixel Buds 2
La gestione degli auricolari viene fatta attraverso i controlli touch, che si configurano sullo smartphone. Si sfiora uno dei due auricolari in una dirazione per alzare il volume, si sfiora nella direzione opposta per abbassarlo e poi ci sono opzioni per uno, due o tre tocchi, che possono essere condivise tra i due auricolari.
Pixel Buds 2 offrono anche il riconoscimento automatico dell’inserimento nell’orecchio, per cui la riproduzione della musica si interrompe quando vengono tolti dall’orecchio: sarebbe bello poter scegliere se questa opzione è valida quando si toglie un solo auricolare, oppure entrambi.
Io spesso tendo a toglierne uno per avere migliore percezione dell’ambiente, ma magari senza voler per forza smettere di ascoltare musica, in questo caso devo riavviarla io ogni volta.
In linea di massima, comunque, i comandi funzionano perfettamente e una volta che si sono memorizzate le diverse opzioni, Pixel Buds sono comodi da utilizzare.
Anche l’abbinamento è molto semplice, quando si usa un prodotto Android, diventa un po’ più pasticciato con iOS, in tutta onestà non consiglierei l’uso di questo prodotto con un iPhone.
In ogni caso, è possibile abbinare questi auricolari anche a prodotti iOS e computer o tablet, con una semplice ricerca tra i dispositivi bluetooth disponibili dopo aver aperto la custodia.
Quello che mi piace moltissimo è l’uso dell’assistente di Google senza mani, come succede su Airpods per Siri. Anche quando il telefono è bloccato, si possono fare un sacco di cose, oltre che ottenere tantissime informazioni in automatico.
Questo è uno degli aspetti migliori dell’uso quotidiano di Google Pixel Buds 2, anche perché è possibile agganciare all’assistente il proprio servizio musicale preferito, ma anche usarlo per le traduzioni in tempo reale.
Si può sfruttare questa funzione con il comando “Ok Google, aiutami a parlare inglese”: a quel punto l’assistente aprirà il traduttore di Google, che potrà essere usato per le conversazioni in lingue straniere.
Per la nostra lingua, basta tenere premuto sul “pad” dell’auricolare, mentre per la lingua straniera, basterà premere sullo smartphone il bottone corrispondente.
Il controllo di Pixel Buds 2 si gestisce attraverso la app Pixel Buds, che si trova solo su Android e che aiuta a conoscere tutte le funzioni, ad attivare il suono adattivo ed eventualmente il sensore dell’inserimento nell’orecchio.
Non si possono però personalizzare i comandi oppure gestire l’equalizzazione del suono, che è standard e non si può modificare.
Il suono
Non ho provato la prima versione di Pixel Buds, ma vi posso dire che la seconda ha un suono molto gradevole quando si ascolta musica.
Bassi molto morbidi, oserei dire “gentili”, ma facilmente udibili e ben definiti, con una riproduzione fedele anche di medi e alti, grazie a due drivers da 12 mm che sono stati costruiti appositamente per Pixel Buds 2.
Ho provato svariati generi musicali e mi è sempre piaciuto il risultato finale della prova, anche se non ho potuto modificare l’equalizzazione e personalizzarla.
Pixel Buds 2 offrono anche una regolazione adattiva del suono, che modifica il volume e alcuni parametri di riproduzione a seconda del rumore che captano nell’ambiente.
L’ho notato ad esempio per strada, quando il volume è diventato un po’ più forte.
Se la qualità nella riproduzione della musica è ottima, non si può dire lo stesso per quella delle telefonate: gli interlocutori mi hanno riportato giudizi non esaltanti sull’audio che ricevevano dagli auricolari.
Qualche rumore digitale di troppo e in generale una qualità della mia voce al di sotto della media.
Purtroppo questo è un dettaglio su cui molti presentano lacune evidenti, un vero peccato, anche perché anche dalla mia parte, spesso il volume era troppo basso e faticavo a sentire la conversazione in ambiente rumoroso.
C’è però la speranza che un aggiornamento software possa intervenire sul fronte dei volumi, su quello della sensibilità dei microfoni, temo non ci sia molto da fare.
Sono arrivato ad una distanza di oltre dieci metri dal telefono prima che la connessione bluetooth cadesse, per cui su questo fronte non ci sono particolari sorprese.
Un dettaglio che invece mi piacerebbe ci fosse è la possibilità di collegarsi a due dispositivi contemporaneamente, chissà che anche questo non possa essere un regalo portato da qualche update futuro.
Facile, invece, passare da un dispositivo all’altro memorizzato: basta andare al menù bluetooth dell’apparato che si vuole usare e cliccare sulla voce Pixel Buds, perché gli auricolari lascino la vecchia connessione per la nuova.
La batteria
Per quanto riguarda l’autonomia, in linea di massima Pixel Buds 2 sono in linea con molti dei dispositivi oggi sul mercato.
La singola carica dura circa 4/4.5 ore, mentre la custodia garantisce circa 5 ricariche, per un totale che si aggira intorno alle 24 ore di utilizzo.
Ricarico la custodia ogni due giorni, per sicurezza, sfruttando anche l’opzione della ricarica wireless, compatibile con i caricatori QI.
In circa 10 minuti, si possono avere due ore di autonomia, in caso di emergenza può essere una soluzione utile.
Curiosamente, spesso i due auricolari si scaricano in momenti diversi, ma è normale perché a volte svolgono funzioni diverse.
Recensione Google Pixel Buds 2, conclusioni
Se non fosse per la qualità audio in conversazione, chiuderei la recensione Google Pixel Buds 2 con un giudizio altissimo, uno dei più alti del mercato.
Purtroppo, poiché auricolari di questo tipo servono anche e soprattutto con il proprio smartphone per fare telefonate, sono costretto a smorzare un po’ il mio entusiasmo e ridurre leggermente il mio voto.
Non so se possa valere come indicazione, ma questa è purtroppo una condizione comune a moltissimi auricolari di alta qualità, che riproducono musica in modo spettacolare.
Quando poi si usano per una conversazione telefonica, il livello scende notevolmente. E’ un dettaglio su cui molti produttori dovranno ancora lavorare e su cui invece Apple ha fatto un lavoro strepitoso.
In ogni caso il giudizio complessivo è positivo e possiamo dire di essere felici di avere finalmente Google Pixel Buds 2, perché sono un prodotto che piacere molto a chi deciderà di acquistarlo.
A proposito di shopping, arrivano sul mercato al prezzo di 199.99 euro e spero che la recensione Google Pixel Buds 2 possa avervi convinto per un acquisto che non rimpiangerete.