Dopo la sentenza di appello di oggi, Apple non pagherà la maxi multa da 13 miliardi di euro che era stata comminata dall’Europa.
La storia risale a qualche tempo fa, quando l’organizzazione europea aveva contestato ad Apple di aver evaso le tasse utilizzando l’Irlanda come base fiscale per le proprie attività in Europa.
Secondo i calcoli che erano stati fatti dei tecnici dell’Unione Europea, Apple avrebbe versato addirittura lo 0,005% dei propri fatturati al governo irlandese.
La cifra è così contenuta da essere considerata un aiuto di Stato dell’Irlanda nei confronti di Apple, pratica vietata dalle leggi comunitarie.
Apple ha la propria sede europea in Irlanda addirittura dal 1980, ma la procedura europea riguardava solo i 10 anni precedenti, perché altri periodi erano ormai in prescrizione.
A distanza di diversi anni dall’inizio di questa procedura di infrazione, la corte di giustizia europea ha rilevato che l’unione non ha presentato prove a sufficienza per sostenere la propria teoria nei confronti di Irlanda ed Apple.
Entrambi i soggetti, l’azienda e il governo irlandese, avevano presentato appello contro la precedente sentenza, negando totalmente ogni addebito in materia di evasione fiscale.
La teoria di Apple è sempre stata quella che le tasse su quei guadagni venivano comunque già pagate sul suolo americano, concetto inviso invece all’amministrazione europea.
In una sentenza complicata come questa è difficile capire chi abbia davvero ragione, ma sicuramente questo non è argomento che si esaurisce con questa sentenza.
La tassazione dei grandi soggetti americani sul suolo europeo rimane un tema aperto a cui ancora non si è trovata soluzione.
Per oggi si chiude un capitolo che coinvolge Apple e riguarda la multa dell’Europa, ma sicuramente la storia non finisce qui.