E’ stata ufficialmente aperta dalla commissione europea un’indagine su Google e Fitbit e l’operazione di acquisizione di quest’ultima.
L’iniziativa, che è stata annunciata diversi mesi fa, non ha ancora trovato sviluppi pratici, né avuto l’autorizzazione dall’unione Europea, perché si teme che possa mettere Google nella condizione di sfruttare dati sensibili per le attività pubblicitarie, ma anche (o forse soprattutto) di assumere una posizione di vantaggio nei confronti degli altri produttori di smartband e smartwatch.
L’indagine durerà 90 e porterà all’approvazione (o meno) dell’acquista che vale 2.1 miliardi di dollari e coinvolge una delle aziende leader nel settore dei dispositivi indossabili.
Una delle principali preoccupazioni è la posizione di vantaggio che Google potrebbe avere nei confronti dei concorrenti, potendo contare su informazioni precise, personali e sensibili come quelle raccolte da una smartband o da uno smartwatch, sconfinando anche in campo sanitario.
Google ha già smentito questa ipotesi ed ha motivato l’acquisizione di Fitbit con la volontà di scuotere il mercato e accelerarne la crescita, introducendo tecnologie ancora più sofisticate.
In particolare, il capo della divisione dispositivi di Fitbit, Rick Osterloh, ha dichiarato che l’interesse di Google è per i dispositivi, non i dati, ma su questo la commissione europea nutre molti dubbi.
Non da meno, c’è il tema dell’interoperabilità del sistema operativo Android con altri dispositivi: se Google possiede un’azienda che produce prodotti indossabili, quali garanzie esistono che non ponga se stessa in condizioni di vantaggio rispetto ai concorrenti?
Tutte domande a cui trovare risposte, se ci sono, entro i prossimi 90 giorni, tempo che dovrà servire per chiudere definitivamente l’indagine su Google e Fitbit, i cui piani sono stati drasticamente rallentati dalla burocrazia europea.
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