È veramente curioso come le vendite di Apple Watch che ha stregato il mercato stiano proseguendo negli anni senza una vera concorrenza.
Gli ultimi dati, pubblicati giusto qualche giorno fa, ci dicono che lo smart Watch di Apple genera il 51,8% del fatturato del mondo degli smart Watch e delle smart band, un successo che pare davvero in arrestabile ma soprattutto incontrastabile da parte della concorrenza, nonostante siano passati molti anni dalla sua uscita.
Ciò che rende ancora più schiacciante la superiorità di Apple Watch è anche la distanza rispetto alla concorrenza, perché Garmin, che è al secondo posto, ha una quota di mercato di poco superiore al 9%, mentre Huawei, che al terzo, supera di poco l’8%.
È chiaro che con le proporzioni di questo tipo sia in immaginabile un avvicinamento dei concorrenti e una rimonta in tempi brevi, cosa ancora meno probabile se si considera la proposta che viene fatta da coloro che inseguono.
Parlo dei contenuti, della qualità del prodotto, del tipo di software, di tutto ciò che sta dentro un orologio intelligente e che governa il suo rapporto con lo smartphone o, eventualmente, il suo funzionamento indipendente se parliamo di modelli connessi.
Il software per gli Orologio di Google sembra ormai in una buca da cui sarà difficile rialzarsi, a distanza di moltissimi anni quando si usa un prodotto con wearOS si ha ancora la sensazione di utilizzare un prodotto non finito, quasi come se fosse in beta, perché la grafica è sempre piuttosto approssimativa e mancano tantissime funzioni che da anni sono presenti su Apple Watch.
Ma come è possibile che dopo tutto questo tempo ancora manchino delle funzioni basilari sui prodotti di chi dovrebbe inseguire e quindi risalire la china?
Uno dei dettagli migliori di Apple Watch è la sua integrazione con le Mappe: quando voi attivate un percorso sul vostro smartphone, non solo viene visualizzato anche sull’orologio, ma in prossimità delle deviazioni o dei cambi di direzione c’è un piccolo feedback aptico sul vostro orologio che sollecita la vostra attenzione.
Questo vale in auto, ma soprattutto è fondamentale in moto o in bicicletta. Pensate che sugli smart Watch di Samsung e invece è ancora problematico integrare il navigatore del telefono con quello dell’orologio, perché non c’è una soluzione nativa.
Per non parlare delle soluzioni per chi viaggia, in particolare quella dedicata alle carte di imbarco, che ormai da anni è disponibile su Apple Watch e permette di presentarsi al cancello di ingresso per prendere un aereo mostrando i propri codici direttamente dall’orologio.
Certo, faticando un po’ si può riuscire a trovare qualche soluzione simile anche per gli altri dispositivi, ma quanti degli utenti sono disposti a fare questo genere di sforzi e di ricerche?
Un altro punto fondamentale è quello delle applicazioni, che su Apple Watch sono di qualità elevatissima e permettono di utilizzare molte funzioni in modo indipendente, io con l’orologio di Apple apro il cancello di casa, accendo e spengo le luci. Giusto per fare qualche esempio.
Questo non vuol dire che gli altri prodotti siano necessariamente da scartare a priori, perché gli smartWatch di Samsung sono secondo me molto carini e hanno un’ottima integrazione con l’orologio, ma nessuno riesce ad arrivare alla facilità d’uso e alla completezza di Apple Watch.
Quello che mi sorprende e come sia possibile che dopo tutti questi anni quel gap non sia ancora colmato e il pubblico mostra di aver compreso questa superiorità schiacciante della proposta di Apple, dettaglio confermato anche dagli ultimi numeri che ci dicono che al momento per gli altri non c’è veramente storia.
Anzi, le vendite di Apple Watch rispetto all’anno scorso sono cresciute di oltre il 10%, il che vuol dire che in termini relativi la crescita è stata del 25%.