Noi che pensavamo che solo nel calcio mercato italiano ci fossero trattative dell’ultimo secondo con i contratti lanciati come aeroplanini, dopo le ultime notizie su tik tok e Oracle dobbiamo ricrederci.
Come probabilmente ricorderete, domani scade l’ultimatum del presidente americano Donald Trump e, se non ci sarà una cessione degli asset americani da parte della cinese Bytedance, l’applicazione dovrà interrompere le sue attività sul suolo americano.
Sembrava che il tempo a disposizione per le parti in gioco fosse infinito, in realtà ormai siamo alla famigerata scadenza e questo accordo ancora non esiste, almeno ufficialmente.
Ieri è stata confermata la notizia che la società cinese ha respinto la proposta di Microsoft Walmart, che avevano creato un curioso ticket per l’acquisto delle attività americane della piattaforma che tanto piace ai ragazzi più giovani e agli stupidi su d’età come me.
Spesso, ho la decenza di non produrre video, perché sarebbero completamente fuori luogo, ma mi diverto un sacco a guardare quelli che fanno gli altri.
Questo però ci porta un po’ fuori tema rispetto all’argomento principale di oggi, che riguarda le trattative in corso, che avrebbero trovato uno sbocco con un accordo tra i cinesi e Oracle.
Cosa possa farsene un’azienda che lavora quasi ed esclusivamente in un contesto B2B, cioè di rapporto tra le aziende, di una piattaforma che in realtà è al 100% consumer è ancora da capire.
Ovviamente, non è pensabile che è un accordo di questo genere si conclude nell’arco di poche ore, ma anche un annuncio e la firma di un impegno reciproco, sarebbe sufficiente per scongiurare il blocco di domani, con l’obbligo però di concludere l’operazione entro il 12 novembre.
Oracle è considerata un’azienda vicina al presidente Donald Trump, diventerebbe un partner tecnologico, in grado di fornire strutture cloud e di gestire i dati dell’applicazione sul territorio americano, anche se i cinesi hanno già annunciato che non daranno a nessuno il codice sorgente dell’applicazione. Evidentemente anche su questo punto è stata trovata una linea di intesa.
Porto di questa operazione ci sarebbero fondi di investimento vicini al mondo dei conservatori americani e in qualche modo collegati anche a Larry Ellison, il proprietario di Oracle, uno dei pochi amici tecnologici di Donald Trump.
Sì ma tu mi scade domani, c’è una corsa contro il tempo, che peraltro coinvolge non solo gli Stati Uniti ma anche altri paesi in giro per il mondo tra cui il Canada e l’Australia.
Io, nell’attesa di conoscere il futuro dell’azienda, vado a vedermi un paio di video…