Vi riporto oggi le mie prime impressioni su Samsung Galaxy Note 20, dopo averlo utilizzato per più di una settimana.
Sono perfettamente consapevole del fatto che alcuni miei colleghi in una settimana avrebbero scritto la recensione, girato un video e probabilmente anche proposto una recensione di lungo termine, ma io sono della vecchia scuola, tendo a provare i prodotti prima di parlarvene.
E dopo la prova di questi primi giorni, devo dire che non sono molto d’accordo con alcune recensioni che ho letto in arrivo in particolare dal mondo anglosassone, che hanno stroncato completamente il note 20 nella sua versione meno prestigiosa.
Lo scrivo perché sono perfettamente consapevole dei limiti tecnici rispetto al modello più pregiato e più costoso, ma trovo che nell’uso di tutti i giorni non incidano così tanto nell’utilizzo dello smartphone, anzi in alcuni casi sono addirittura un vantaggio.
Parlo, ad esempio, dello schermo piatto, che dal mio punto di vista diventa un vantaggio quando risolve un problema che si trascina da anni sui telefoni con schermo curvo, ovvero i falsi contatti.
Sono quei momenti in cui alcune funzioni non rispondono adeguatamente ai comandi, perché il telefono interpreta l’impugnatura come un tocco sul display.
L’altro dettaglio che per molti rappresenta un grosso problema è quello del materiale plastico utilizzato per la struttura. Sono d’accordo, ma solo se questo particolare si valuta in relazione al prezzo, non in senso assoluto; questo tipo di materiale è ben più resistente del vetro a qualunque sollecitazione.
Prime impressioni Note 20, lo schermo
Infine, c’è il tema del famigerato refresh rate, perché purtroppo anche in questo caso una funzione del modello ultra non è stata trasferita su quello normale, con un prodotto da 1000 € è scontato aspettarsi la miglior dotazione possibile.
Però, ancora una volta, poi subentra l’esperienza d’uso e onestamente nessuno riuscirà a convincermi che uno schermo a 120 Hz fa veramente la differenza rispetto ad uno che a quella frequenza non ci arriva.
Quello che invece trovo totalmente insensato è l’utilizzo di un display con una definizione bassa su un prodotto di questo livello, perché oggi sul mercato si trovano proposte alla metà del prezzo con una definizione estremamente più elevata; fortunatamente questa mancanza viene compensata dalla qualità degli schermi di Samsung.
È incredibile come un pannello da 6,7″ in realtà sembri piccolo rispetto al modello ultra, segno di come ci siamo ormai abituati a delle dimensioni veramente mostruose.
Per completare il tema delle prime impressioni, vi dico che questo schermo, nonostante la bassa definizione e la frequenza di aggiornamento non elevata, fa il suo sporco lavoro.
E’ luminoso, si legge bene anche all’esterno, ha un angolo di visione più che buono.
Sul fronte delle prestazioni, c’è sempre il tema di quale differenza esista tra i modelli che hanno un processore di Qualcomm e quelli che invece sono dotati di un chip di Samsung, come quelli che riceviamo in Italia.
La fotocamera
Altra differenza importante è quella della fotocamera, perché il modello ultra a un sensore da 108 megapixel, che utilizza il pixel binning moltiplicato per nove; vuol dire cioè che ogni foto che viene scattata subisce una rielaborazione, per cui vengono fusi nove pixel in uno solo e il risultato finale è un’immagine da 12 megapixel, la cui qualità nei dettagli è molto più elevata.
Per capire qual è la forza di questa soluzione, bisogna pensare che tutti i prodotti oggi in circolazione, o quasi, fanno la stessa operazione utilizzando però solo quattro pixel nel processo di fusione. Questo significa che le foto del Galaxy note 20 ultra sono veramente eccellenti, in tutte le condizioni.
Non si può certo dire che la versione normale sia da meno, perché la qualità è sempre molto elevata senza arrivare però all’eccellenza del modello più costoso.
Se per voi scattare fotografie vuol dire catturare i momenti delle vacanze, realizzare qualche video per i social, allora Note 20 è comunque perfetto; se poi per voi è importante sfruttare molto la selfie CAM, sappiate che in questo caso la dotazione è identica ovvero 10 megapixel.
A livello di prima impressione, vi posso dire che il risultato delle foto di Note 20 è comunque discreto e non presenta i macro difetti, che invece apparivano sul Galaxy S20.
L’uso intensivo dell’intelligenza artificiale migliora il risultato di molti scatti, soprattutto quando si usa uno zoom molto elevato. Da questo punto di vista, bisogna ammettere che Samsung ha fatto davvero un ottimo lavoro e i due modelli rappresentano comunque un’eccellenza, anche se questo ha una dotazione inferiore.
Come funziona
Se invece mi concentro sulle performance, ci sono aspetti che sicuramente andrebbero messi a punto, a partire dal sensore dell’impronta digitale: è di una lentezza estenuante, non so più contare quante volte abbia risposto che l’impronta non è quella giusta, salvo poi accettarla al secondo tentativo.
A questo, si aggiunge il fatto che con lo schermo a 60 Hz (rispetto al modello ultra) sembra che il dispositivo sia meno reattivo e un po’ più lento, ma credo che questa percezione sia possibile solo perché si ha un confronto diretto tra i due dispositivi. Dubito che un utente con un solo dispositivo in mano possa invece avvertire questa differenza.
Sulla batteria mi trovate su un fronte opposto rispetto a molti di coloro che hanno provato questo smartphone e si sono affrettati a produrre recensioni nell’arco di 12 o 13 minuti. Questo dispositivo ha un’ottima durata della batteria, perché quando la carica si stabilizza si passa un’intera giornata senza la necessità di ricaricare.
Se invece si esagera, probabilmente si potrebbe arrivare a sera con un minimo di carica residua, ma comunque con il caricabatterie veloce da 25 W all’interno della confezione si va da zero a 100 in 70 minuti.
Nonostante il retro in plastica, c’è comunque la ricarica wireless e anche la carica inversa, per caricare (ad esempio) gli auricolari oppure il proprio smartwatch.
Non credo sia necessario parlare della S Pen, perché comunque questo è un dettaglio che chi compra Galaxy Note conosce molto bene; sono state introdotte nuove opzioni, ma il senso è quello di poter scrivere, disegnare ritagliare in velocità, sfruttando la precisione del pennino.
Le nuove gesture, invece, sono impossibili da utilizzare, perché nel tentativo di sfruttarle, sia sul modello ultra che su questo normale, ho sbagliato il movimento nove volte su 10. Alla fine si fa prima a prendere il telefono in mano e fare ciò di cui si ha bisogno.
Prime impressioni Note 20, le conclusioni
Vi rimando alla recensione ufficiale, che preparerò nell’arco di qualche giorno, ma vi posso anticipare che le mie prime impressioni su Galaxy Note 20 sono che questo prodotto sia molto interessante, ma il suo prezzo sia eccessivo.
Involucro posteriore in plastica, schermo protetto da gorilla Glass 5, soluzione datata, definizione del display ridotta, fotocamera di gran lunga inferiore a quella del modello ultra: i compromessi richiesti sono un po’ tanti, forse troppi, per il prezzo a cui viene venduto.
Se siete appassionati della linea Note, forse oggi comprerei il Note 10+, che non vi offre molto di meno, ma comporta una spesa ben più bassa.
Rimando comunque alla recensione e confronto tra i due modelli di Galaxy note 20, per una valutazione finale.