Quella che si conclude oggi è la Immuni Download Week, settimana che ha promosso l’adozione della app di tracciamento dei contatti.
Il risultato è stato eccezionale, perché nell’arco di pochi giorni ci sono stati 1.4 milioni di nuovi download, per arrivare fino a 8.1 milioni di utenti in totale.
Questa cifra corrisponde al 15% della popolazione di età superiore ai 14 anni, un dato più confortante rispetto a quello di qualche settimana fa, ma ancora insufficiente perché lo strumento possa essere davvero efficace.
Nonostante questa cifra rappresenti oltre il 20% degli smartphone in circolazione, bisogna lavorare perché l’adozione cresca ulteriormente.
Ci vuole un ulteriore sforzo, perché si arrivi a cifre più elevate, che possano garantire una copertura più efficace del tracciamento.
In ogni caso, da quando la app è arrivata sono state distribuite 8.300 notifiche, grazie a cui sono stati individuati 477 positivi.
Al momento si lavora perché si possa garantire una capacità di interazione tra le diverse applicazioni disponibili in Europa, che funzionano con le API di Google ed Apple.
Questo dettaglio è fondamentale, perché amplifica in modo esponenziale l’efficacia dello strumento, ora che la mobilità comincia lentamente a riprendere quota.
Riusciremo a superare le posizioni pre-concettuali che impediscono una rapida crescita dei download? E’ l’auspicio che posso esprimere, adesso che stiamo per affrontare una stagione durissima sul fronte della battaglia alla famigerata malattia.
La crescita dei download di immuni dipende anche dal supporto di ognuno di noi, ogni occasione per convincere un amico è preziosa, sfruttatela!
In questi giorni ho affrontato a più riprese il tema e mi sono accorto che il livello di conoscenza dell’argomento è pari a zero per moltissime persone.
In realtà, molti non l’hanno scaricata per opposizioni di principio, ma semplicemente perché non ci hanno pensato e basta affrontare con loro il tema per accendere una lampadina ed indurre all’installazione.
In alcuni casi, invece, trovo argomentazioni legate al tema della privacy, che sono però basate su convinzioni errate, frutto degli sproloqui che molti hanno fatto in TV senza sapere di cosa si parla.
Non so perché, ma nonostante le difficoltà di questi mesi, ho la convinzione che i download continueranno a crescere, non per convinzione ma per paura. L’importante, però, è il risultato.
È uno strumento utilissimo (app installata appena uscita) ma di per sè il dato fornito, m’insegni, significa poco ai fini del reale utilizzo. I download non stanno ad indicare le installazioni realmente attive: un utente può aver scaricato l’app più volte man mano che essa veniva aggiornata, oppure può averla scaricata e poi rimossa; e ancora può averla installata senza attivarla. Conosco perlomeno due persone che l’hanno scaricata e disinstallata più volte prima di attivarla. Leggo che l’app simile svizzera, ad esempio, tramite l’Ufficio di Statistica nazionale fornisce i dati dei donwnlod e delle installazioni realmente attive in maniera separata. Il tutto tramite una richiesta “fittizia” che viene inviata all’app ogni 5 gg. Ecco i dati così scorporati possono avere allora una chiave di lettura interessante. Sarebbe bello che ciò potesse accadere anche per per Immuni. Comunque mi associo al tuo appello di scaricarla e tenerla attiva.
Credo sia un suggerimento molto interessante che giro al team di Immuni…
Bel articolo Luca, io sono stato promotore fin da subito dell’app.
Sono però rimasto fortemente deluso dalla sua gestione da parte degli enti preposti.
Tanto da pensare che questa app sia inutile.
Sabato 3 ottobre mi è stata segnalata la mia positività al virus, nel momento in cui me l’hanno comunicato chiamandomi da un numero privato non ho avuto la prontezza (ero anche febbricitante) di chiedere chi avrebbe aggiornato il mio stato sull’app immuni.
Bene non l’ha fatto nessuno e nonostante abbia contatto il mio medico che mi ha addirittura detto “ah l’app si aggiorna in automatico non devi fare niente” e non avendo ricevuto nessuna risposta anche dopo aver scritto direttamente su messenger al profilo ufficiale di Immuni.
Mi ritrovo ora a distanza di giorni con l’app che ancora non è stata aggiornata per il mio stato, rendendola così completamente inutile.
Non so se ho sbagliato io qualcosa ma mi sembra che se il sistema funziona in questo modo proprio da parte di chi dovrebbe promuoverlo, risulta ahimè inutile.
Ciao,
Andrea.
In realtà, il medico dovrebbe chiederti un codice, che è inserito nella app, metterlo nel sistema immuni e a quel punto tutti coloro che hanno avuto un contatto con te e vengono allertati. Non ho idea del perché non sia successo, ma sono sicuro che sia il medico perché probabilmente deve farlo la ATS, però quell’azione è fondamentale