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Come vanno i Mobile Payments in Italia? Quello dei pagamenti digitali in mobilità è stato per anni un discreto tabù, perché sono sorti molteplici ostacoli alla loro diffusione.
In principio c’è stato lo sbarramento delle banche italiane, che hanno fatto di tutto per impedire la diffusione di questo fenomeno, che di fatto introduceva un nuovo soggetto nella catena della gestione del denaro, ovviamente erodendo parte dei guadagni per i servizi elettronici.
Lo scatto in avanti di alcuni istituti e la forza di rompente di alcune nuove società della cosiddetta fintech hanno smosso anche il nostro paleolitico sistema del credito.
A questi particolari che rientrano più nel campo della geopolitica e della politica finanziaria si è aggiunto il coronavirus, che ha indotto a usare meno il denaro, possibile mezzo di contagio, e agevolato i pagamenti digitali, ancor meglio se mobile payments, che non inducono a contatti fisici.
In questo contesto i dati di quest’anno forniti dal politecnico di Milano sono ovviamente fortemente positivi, anche se invito sempre alla prudenza quando si parla di crescite percentuali e non di valori assoluti, perché il rischio di scivoloni è dietro l’angolo.
Con il mio ospite di oggi, Ivano Asaro che lavora all’osservatorio del politecnico di Milano dedicato proprio ai pagamenti digitali, affrontiamo il tema con molta lucidità e con dati molto interessanti.
La sintesi è che i mobile payments anche in Italia stanno finalmente muovendosi in modo significativo, dobbiamo aspettarci un 2021 come anno della consacrazione definitiva
Buon ascolto.
Mobile payments: I dati dell’osservatorio del Politecnico di Milano
Nei primi sei mesi del 2020, segnati dall’emergenza Covid-19, i pagamenti digitali fanno segnare una decrescita (-6,3%) molto più contenuta rispetto al calo complessivo dei consumi in Italia (stimato del -10,4% e -29,7% rispettivamente nei primi due trimestri).
La volontà di evitare i contanti per ridurre al minimo i contatti e il rischio di contagio ha inoltre spinto gli italiani verso i pagamenti da smartphone in negozio (+80% rispetto al primo semestre 2019) e verso i pagamenti con carta contactless, che a fine anno raggiungeranno un valore tra i 74 e gli 80 miliardi di euro (rispetto ai 63 miliardi del 2019).
Queste alcune delle evidenze emerse dalla nuova edizione dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano*, presentato in occasione del webinar “I pagamenti digitali in Italia nel 2020: le prime evidenze sui volumi nell’anno del Coronavirus”.
“Nel semestre più difficile dell’economia italiana, al netto di una riduzione generale dei consumi, alcuni indicatori relativi ai pagamenti digitali risultano in netta crescita” dichiara Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano
“Da gennaio a giugno 2020 sono infatti state registrate 760 milioni di transazioni contactless (+17% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Una crescita sostenuta dal sempre maggior numero di carte di questo tipo in circolazione, che testimonia come questa modalità di pagamento sia ormai entrata nelle abitudini degli italiani anche per motivazioni di maggior sicurezza e igiene (non dovendo toccare il POS per digitare il PIN per transazioni inferiori ai 25€).
Questo passaggio dai contanti alle carte è confermato allo stesso tempo dai dati relativi ai prelievi, diminuiti di oltre il 23% in termini di numero di operazioni e del 15% in termini di volumi”.
I pagamenti con carta vs Mobile payments in Italia
Complessivamente, nel primo semestre 2020 il transato con carta ha raggiunto i 118,3 miliardi di euro (-6,3% rispetto al primo semestre 2019), per un totale di quasi 2,3 miliardi di transazioni (-2% rispetto al primo semestre 2019).
Le carte di credito hanno subito la decrescita maggiore, pari al -18,8% del transato, scendendo a 33,1 miliardi di euro nel primo semestre 2020 rispetto al primo semestre del 2019.
Una delle principali cause di questa diminuzione è legata alle occasioni d’uso di questo strumento di pagamento: le carte di credito (a differenza, ad esempio, di quelle di debito) sono tipicamente associate a settori con spesa ad alta incidenza, come il settore dei viaggi per turismo e per lavoro, duramente colpiti dalla pandemia di COVID-19.
Le carte di debito si confermano lo strumento preferito per i pagamenti in negozio e al supermercato, di conseguenza sono state colpite in misura minore dalla crisi e hanno registrato una decrescita del -4,2%, in termini di transato (per un totale di 64 miliardi di euro nel primo semestre).
Le carte prepagate, al contrario, hanno registrato una crescita del transato pari al +13,3%, spinta anche dalla fruizione del reddito di cittadinanza, e si attestano per il primo semestre a 21,2 miliardi di euro.
Complessivamente, lo scontrino medio continua a diminuire a 52 € (-4,4%) nel primo semestre 2020, ma si registrano trend differenti in base alle occasioni di acquisto.
Da un lato, infatti, diminuisce lo scontrino medio legato a carte di credito e prepagate, probabilmente per la diminuzione dei pagamenti eCommerce di grande valore (es. voli aerei), mentre vi è una tendenza all’aumento degli scontrini legati ai pagamenti con carta di debito (molto usata nel mondo offline) perché, soprattutto durante il lockdown, vi è stata la necessità di ottimizzare le visite in negozio.
I pagamenti innovativi
La continua crescita dei pagamenti con carta in modalità contactless non si è fermata: nel primo semestre del 2020 sono infatti state registrate 760 milioni di transazioni contactless (+17% rispetto al primo semestre 2019) per un totale di 31,4 miliardi di euro (+15%).
A fine 2020 si stima che il contactless raggiungerà un valore tra i 74 e gli 80 miliardi di euro(rispetto ai 63 dello scorso anno), con una penetrazione del 37% sul totale delle transazioni con carta (ancora più elevata se si guardano alle sole transazioni in negozio).
Si confermano in crescita anche i pagamenti da smartphone in negozio, che, in questo periodo di incertezza, crescono del +80% circa rispetto al primo semestre dello scorso anno, sfiorando quota 1,3 miliardi di euro tra gennaio e giugno 2020.
Il Mobile Payment in negozio è un fenomeno relativamente giovane e con ampie potenzialità di crescita, che gli italiani stanno adottando sempre di più e che in questo periodo è stato scelto più di frequente anche perché garantisce un’esperienza di pagamento senza alcun contatto con gli operatori in cassa, banconote o terminali POS.
La quota dei pagamenti da smartphone con tecnologia contactless NFC (compresi i pagamenti con i Wearable) è salita a oltre 1,1 miliardi di euro (+96%) e a fine anno si attesterà tra i 3 e i 3,3 miliardi di euro (+97%/+117%), con una penetrazione sui pagamenti contactless che salirà al 4%.
“L’Italia è tuttora fanalino di coda in termini di pagamenti digitali in Europa, scavalcata nel 2019 anche dalla Grecia in termini di transazioni pro capite e con oltre la metà del valore dei consumi che ancora oggi è realizzato con il contante, ma finalmente il Governo sta muovendo i primi passi nella giusta direzione con un piano ricco e completo di incentivi in materia” dichiara Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments
“Lo stanziamento di 1,75 miliardi di euro per i pagamenti con carta di credito o bancomat (il cosiddetto cashback), il credito d’imposta per gli esercenti sul 30% delle commissioni addebitate per le transazioni elettroniche e la conferma dell’abbassamento della soglia massima di contante (che arriverà a 1.000 € nel 2022) potranno stimolare ulteriormente il ricorso a pagamenti digitali e tracciabili, contrastando un’economia sommersa che costa decine di miliardi di euro di mancato gettito allo Stato ogni anno”.
Le previsioni per fine anno su Mobile Payments in Italia
“L’incertezza legata ai mesi a venire ci pone di fronte a due possibili scenari” conclude Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments “Se il rimbalzo dei consumi nel secondo semestre sarà pari o maggiore rispetto alle prime evidenze post-lockdown, i pagamenti con carta riusciranno a far segnare un +1,7% attestandosi a 275 miliardi di euro complessivi nel 2020; se, al contrario, per un aggravarsi della crisi sanitaria ed economica i consumi faticheranno a recuperare, anche i pagamenti digitali finiranno l’anno col segno negativo (-3%, per un totale di 262 miliardi). In nessuno dei due casi, ad ogni modo, vengono ipotizzate misure di contenimento pari al lockdown del primo semestre 2020”.