Recensione Samsung Galaxy Fit2, una proposta discreta

La recensione Samsung Galaxy Fit2 deve necessariamente tenere conto della concorrenza agguerrita che arriva dalla Cina nel mondo delle smartband.

Senza questo dettaglio, probabilmente, il giudizio già positivo sarebbe ancora migliore, perché Galaxy Fit 2 offre buona qualità e tutte le principali funzioni che ci si aspetta da un prodotto di questa categoria, ad eccezione della saturazione del sangue, che invece manca.

C’è uno schermo AMOLED da 1.1″ con effetto 3D, che costituisce una soluzione discreta, con un’ottima leggibilità anche alla luce diretta del sole.

C’è una specie di “tachimetro” che indica il proprio numero di passi quotidiani e mostra subito a prima vista quale livello si è maturato rispetto all’obiettivo.

Lo spessore di 11,1 mm è discretamente contenuto, a questo si abbina un cinturino disegnato per non trattenere il sudore e lasciarlo scorrere.

Si può usare in acqua fino a 5 Atmosfere, che corrispondono più o meno a 50 metri di profondità, anche quando si nuota.

Uno dei punti forti di Galaxy Fit2 è la durata della batteria, perché può arrivare fino a 21 giorni di autonomia, a seconda dell’utilizzo che se ne fa. Più si utilizzano le funzioni di tracciamento e meno estesa è la durata.

Con un monitoraggio del sonno, oltre ad un consumo “discreto” di tracking si arriva più o meno a 15 giorni di durata, in ogni caso una capacità molto elevata.

Ci sono molte possibilità di monitoraggio delle attività, di cui 5 sono automatiche: quando Galaxy Fit2 interpreta il movimento di alcune specifiche discipline, misura battito, calorie bruciate e diversi altri parametri.

Corsa, camminata, ellittica, vogatore e workout dinamico sono le attività che vengono riconosciute automaticamente.

C’è anche una sorta di promemoria per il lavaggio delle mani, ma è ben diverso da quello di Apple Watch. In questo caso si possono impostare promemoria e quando si comincia a fare il lavaggio bisogna avviare il timer che funziona per 25 secondi.

Ben diverso è ciò che offre Apple Watch, che appena si rientra a casa ricorda di lavare le mani, comprende il mix tra movimento del polso e rumore dell’acqua e (in autonomia) avvia un vero e proprio countdown.

La smartband di Samsung registra anche la qualità del sonno, che però non viene mostrata direttamente sull’orologio ma può essere vista solo sullo smartphone abbinato, attraverso la app Samsung Health.

Tra le varie misurazioni c’è anche quella dello stress, se il risultato è elevato, allora Fit2 suggerisce esercizi di respirazione, che aiutino a ridurre la tensione.

Infine ci sono il controllo della riproduzione musicale, un cronometro e un timer.

Passiamo però alle note dolenti, perché Fit2 non dispone di sensore GPS, non è in grado di connettersi al Wi-Fi, non permette di parlare al telefono, ma solo eventualmente di respingere le telefonate, mentre l’interazione con i messaggi può essere fatta solo attraverso frasi precostituite, come ok, grazie, no.

La configurazione iniziale passa attraverso il download dell’applicazione Galaxy Wearable, il prodotto si può usare sia con Android che con iOS. Alcune delle funzioni che si possono utilizzare con il mondo Android non sono invece disponibili con iPhone, parliamo di alcuni dei dati che vengono raccolti.

E qui si torna alla valutazione iniziale, quella cioè che il dispositivo fa onestamente un buon numero di funzioni, ma per un prezzo uguale o inferiore sul mercato si possono trovare oggetti più completi, soprattutto con un sensore GPS che secondo me oggi è indispensabile dentro un oggetto di questo tipo.

Non credo serva ricordare che un sensore GPS dentro una smartband serve per poter tracciare i propri allenamenti senza la necessità di portare con sé lo smartphone.

Per quanto riguarda le altre caratteristiche tecniche di questo dispositivo da indossare, segnalo che ci sono 2 MB di RAM e 32 MB di memoria interna.

Onestamente, fanno un po’ di tenerezza, ma sono più che sufficienti per le funzioni di questo oggetto.

Il peso è davvero irrisorio, parliamo di 21 g e quasi non ci si accorge di avere FIt2 al polso, mentre non posso dire che sia così comoda la chiusura che è stata scelta da Samsung, che rappresenta di sicuro una soluzione che tiene la smartband ben salda ma non è molto comoda da allacciare.

La batteria, come anticipato, ha una capacità davvero eccellente, pur avendo solo 159 mAh di capienza.

All’interno ci sono un accelerometro, un giroscopio, un sensore ottico per il rilevamento della frequenza cardiaca, ma non viene rilevata l’ossigenazione del sangue, che invece si può misurare con i recenti modelli di Honor che costano meno di 30 €.

L’interazione con il display a volte è un po’ difficoltosa perché semplicemente il dispositivo non risponde al tocco ma si riattiva solo con il movimento. Non ci sono pulsanti per il controllo e la user interface non è il massimo.

Recensione Samsung Galaxy Fit2, le conclusioni

La recensione Samsung Galaxy Fit2 è una di quelle esperienze che crea sempre un po’ di difficoltà quando bisogna trovare una sintesi: questo è un dispositivo di discreta qualità, con una buona dotazione hardware e con funzioni in linea con la concorrenza, ma per trasparenza bisogna segnalare che il mercato offre opzioni più complete per un prezzo più competitivo.

Per molti utenti può valere il principio dell’ecosistema, ovvero di abbinare questo prodotto ad uno smartphone della stessa marca, scelta che ha sicuramente senso.

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Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.
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