Gli ultimi dati sulle vendite di Xiaomi in Italia ci hanno dato una nuova certezza: il mercato è in piena evoluzione e non è vero che gli utenti sono pigri.
Negli anni recenti i marchi approdati dalla Cina sono stati numerosi, ma in molti casi la loro presenza sul territorio è durato lo spazio di un mattino. Spesso, quando pensavamo di veder arrivare una multinazionale con un processo di espansione internazionale, c’erano semplicemente importatori che provavano ad approcciare il mercato e il risultato è stato ininfluente. Penso a Meizu, Nubia, anche la grande ZTE, che non hanno mai inciso veramente sul mercato.
Il caso Xiaomi
Ben diversa la situazione di Xiaomi, che è arrivata in Italia dopo aver fatto le ossa in Spagna, forte del suo grande successo in Asia e della sua percezione di “Apple Cinese”.
L’ approccio al nostro mercato è stato perfetto: ogni tanto un prodotto di fascia medio alta, ma il cuore dell’offerta è stato focalizzato sulla fascia tra i 200 e i 300 euro, in cui l’azienda ha saputo creare con perfezione esemplare la percezione di “value for money”.
Pur spendendo 200 euro, si aveva la chiara sensazione di comprare qualcosa di più pregiato e in ogni caso di migliore rispetto alle proposte della concorrenza in quella stessa fascia di prezzo.
I negozi
E poi sono arrivati i negozi: l’organizzazione, in realtà, è piuttosto complessa perché azienda che parla con gli operatori, store on line e negozi fisici sono in realtà entità diverse con diverse logiche di mercato, cosa che a volte genera un po’ di confusione, ma di fatto la “fisicità” dei punti vendita nei centri commerciali ha giocato un ruolo fondamentale.
Può anche essere che in realtà i negozi non vendano tonnellate di prodotti, ma servono comunque a costruire la percezione del marchio, che acquista una dimensione “fisica” ed entra nelle nostre vite in modo più tangibile.
Ma non solo: i negozi di Xiaomi offrono immediatamente l’idea che l’azienda non sia solo telefoni: prodotti per la casa, accessori, ombrelli, zaini, dispositivi di smart home, monopattini elettrici, televisori: il catalogo è così grande che si acquisisce subito l’idea di una realtà solida ed affidabile.
Gli utenti non sanno che molti prodotti arrivano da acquisizioni di produttori esterni, alla fine non conta nemmeno più di tanto.
Ai loro occhi appare un marchio dinamico, con prodotti belli da vedere e discretamente affidabili, con un prezzo eccellente.
Le promozioni
E poi ci sono le promozioni sulle catene di elettronica e quelle con gli operatori. Insomma, il lavoro di una società organizzata ed aggressiva, che dopo aver macinato numeri mostruosi in Spagna, comincia a farlo anche da noi.
Non credo sia molto rilevante il sorpasso su Apple, perché le aziende parlano a diverse fasce di pubblico, ma è importantissimo quello su Huawei, in previsione non è assurdo pensare anche ad una posizione di leadership in un periodo di tempo contenuto.
Questa è un’azienda che sa cosa fare, ha ben 3 marchi sul mercato e un catalogo di dispositivi che nemmeno un campione di matematica potrebbe ricordare a memoria.
Scorrendo un’ipotetica scala che va da 150 e 400 euro, probabilmente si potrebbe trovare un prodotto Xiaomi / Redmi / Poco per ogni gradino di 10 euro.
Se fossi uno dei concorrenti di Xiaomi, comincerei a controllare lo specchietto retrovisore, le vendite del marchio in Italia non sono una vampata improvvisa e temporanea, sono destinate a durare e anche a crescere ancora.