Dopo la recensione Samsung Galaxy Watch3, in tutta onestà, ho apprezzato il ritorno al mio fidato Galaxy Watch Active 2, che trovo ancora oggi insuperabile.
Questa. non è una bocciatura preventiva, ma devo anticipare prima ancora di raccontarvi la mia esperienza che questo smartwatch non ha portato i miei occhi ad assumere la forma a cuore.
Andiamo a capire perché. Galaxy Watch 3 ha un design praticamente identico a quello di Gear S3, da cui non si scosta in modo evidente, anche se ovviamente sotto il cofano sono stati aggiornati tutti i componenti elettronici.
Design e Display
L’aspetto esteriore, come detto non si scosta molto da dispositivi che hanno fatto parte del passato di Samsung, ma credo che il dettaglio che mi ha colpito negativamente sia la qualità che si percepisce del display.
Pur essendo un prodotto con schermo AMOLED, molte delle schermate che compaiono sembrano poco definite e hanno un contrasto piuttosto ridotto; anche la grafica, nel suo complesso, segna un po’ il passo e ormai da molto tempo non viene aggiornata.
In ogni caso, per riportare il dato tecnico, bisogna sottolineare che questo dispositivo ha uno schermo AMOLED circolare con una definizione di 360 × 360 pixel. Il modello che ho provato è quello con diametro da 45 mm, ma esiste anche una versione con misure più contenute da 41 mm.
È presente anche l’opzione dello schermo sempre acceso, che viene supportato senza grandissime difficoltà da parte della batteria. Bisogna però tenere conto del fatto che per avere la certezza di non rimanere senza il proprio accessorio è bene caricarlo quotidianamente.
Quello che fa invece abbastanza impressione è lo spessore di questo oggetto che supera il centimetro, siamo per la precisione intorno agli 11 mm.
Anche la versione con display più piccolo, quella da 41 mm, mantiene comunque uno spessore molto generoso superiore al centimetro. Anzi, in questo caso lo spessore arriva addirittura a 2 mm in più probabilmente per riuscire a mantenere una dimensione della batteria significativa.
Il peso non si discosta molto tra i due modelli perché il più grande pesa 53 g, il più piccolo 48: si tratta comunque di un valore più che accettabile per un dispositivo di questa dimensione, anzi si può dire che sia più leggero di altri prodotti in circolazione con le stesse funzioni.
Dopo questa analisi dettagliata del design, ripeto il mio mantra iniziale, ovvero che preferisco di gran lunga il design di Galaxy active due, con l’unica sottile preferenza per la ghiera che si muove fisicamente, rispetto al bordo sensibile che è presente su Active 2.
Bisogna però ammettere che allo stesso tempo, pur essendo più comoda da gestire, la ghiera che si muove fisicamente così sporgente rappresenta un ostacolo nei movimenti delle dita sul display.
Bisogna scegliere il compromesso che pesa di meno.
In ogni caso, per completare il tema del design di questo dispositivo bisogna sottolineare che ettaro una struttura in acciaio, lo schermo con protezione gorilla Glass e una certificazione di resistenza secondo gli standard militari 810 G.
Infine, bisogna sottolineare l’impermeabilità con una resistenza fino a cinque atmosfere, ma anche la qualità del cinturino in pelle che non rappresenta una soluzione da sogno. Il bello però è che si può sostituire molto facilmente con cinturini standard.
Le prestazioni
Non c’è nulla da dire sulle prestazioni di questo orologio intelligente, che è molto veloce nel suo funzionamento, ha introdotto anche la misurazione della percentuale di ossigeno nel sangue, mantiene le funzioni già note della misurazione del battito cardiaco, aggiunge anche alcune opzioni interessanti come il controllo in remoto di presentazioni di slide.
Galaxy Watch3, infatti, può funzionare in qualità di telecomando di presentazioni, governando a propria scelta uno smartphone oppure un computer.
Sul tema del software però torniamo più tardi, ci concentriamo per un attimo invece sulle prestazioni, garantite da 1 GB di RAM e ben 8 GB di memoria interna, che permettono di memorizzare contenuti come quelli musicali direttamente nell’orologio.
Il software, come già anticipato, è estremamente veloce e reattivo, compete su questo aspetto con il blasonato Apple Watch.
Quello su cui invece non c’è competizione, a favore di Apple, e la disponibilità di applicazioni e la capacità di interagire dello smartwatch con lo smartphone, oltre che la disponibilità di una versione con connettività indipendente, che permetta di utilizzare tutte le funzioni anche senza il telefono.
Sì è vero che il sistema operativo di Samsung è probabilmente migliore di quello realizzato da Google, bisogna da altro canto ammettere che c’è ancora una distanza siderale rispetto alla disponibilità di applicazioni e alla loro qualità tipiche di Apple Watch.
Rimane su tutte il difetto abissale della mancanza di un sistema di navigazione nativo, mentre le soluzioni per interfacciare Here o Google Maps funzionano in modo quantomeno discutibile: più volte, nel corso della prova per la recensione Samsung Galaxy Watch3, ho chiaramente avvertito la mancanza di un navigatore davvero efficiente.
Difficilmente riuscirete a spostarvi dalle applicazioni che troverete installate su questo smartwatch, ma credo che l’esperienza peggiori già con il passaggio da uno smartphone di Samsung ad un prodotto Android. Sono altresì convinto che non valga assolutamente la pena usare questo oggetto con un iPhone perché l’esperienza d’uso peggiora drasticamente.
Apprezzo molte delle funzioni degli smartwatch di Samsung ma rimane aperto il tema della disponibilità di applicazioni che è ancora troppo ridotta.
Per quanto riguarda i quadranti, lo Store di Samsung offre migliaia di soluzioni ma credo che il 90% di esse sia di bassissima qualità e con un livello di personalizzazione troppo ridotto. Credo che anche questo aspetto riporti al tema più generale della qualità del software di terze parti disponibile con questo sistema operativo.
Sul fronte dell’utilizzo quotidiano, un altro aspetto che avrebbe assolutamente bisogno di un intervento e quello del motore della vibrazione. Anche in questo caso, purtroppo, bisogna fare il paragone con Apple Watch, che ha uno dei suoi aspetti migliori proprio nel feedback aptico, ovvero il tipo di vibrazione emessa.
La delicatezza della soluzione di Apple si contrappone all’irruenza della vibrazione di Galaxy Watch tre, che trovo onestamente abbastanza fastidiosa nell’uso di tutti i giorni. Quando si appoggia l’orologio su una superficie e arriva una notifica, sembra che possa prendere il volo da un momento all’altro.
Purtroppo, fatico a nascondere lo scarso apprezzamento dell’esperienza d’uso con questo orologio, che raggiunge il punto più basso con l’assistente virtuale Bixby.
Ve ne parlo da anni, lo scrivevo anche nella recente descrizione della mia esperienza con Samsung Galaxy Z Fold2: trovo che l’assistente virtuale di Samsung non sia all’altezza del blasone di questo marchio, anzi, rappresenti addirittura un elemento che ne può danneggiare la percezione di qualità.
Usare Bixby è un’esperienza estenuante, la lentezza con cui risponde alle domande è assimilabile a quella di un bradipo, sempre che riesca a capire cosa state chiedendo. Lo so, su questo tema sono feroce, ma a distanza di tanti anni un’azienda di questo calibro dovrebbe offrire un’esperienza ben diversa.
Quando abbinato ad uno smartphone Samsung, questo orologio permette anche di rispondere alle telefonate quando si è collegati ad una rete Wi-Fi ma non ci si trova vicino al proprio telefono. È una funzione che va abilitata sullo smartphone stesso, che Samsung ha introdotto da un po’ di tempo.
Recensione Samsung Galaxy Watch3: il tracking degli sport
Come per tutti i modelli della famiglia Samsung di tecnologia da indossare, una parte importante dell’utilizzo viene proprio dalla misurazione delle attività sportive.
In questo nuovo modello, in particolare è stata introdotta anche la misurazione dell’ossigenazione del sangue, che però nel periodo di prova fatto spesso falliva il suo obiettivo, credo di poter dire di aver ripetuto il test almeno il 30% delle volte.
Esiste poi una misurazione dello stress, così come il calcolo della qualità del sonno, anche se la necessità di ricaricare praticamente tutti i giorni l’orologio rende questa funzione difficile da usare.
Però, il tema principale relativo alla misurazione delle attività, aldilà del numero di sport che si possono monitorare, tutto sommato più che accettabile, si concentra sulla qualità della misurazione: ho potuto verificare a più riprese che i dati rilevati erano profondamente diversi da quelli di altri dispositivi che indossavo contemporaneamente.
Qui bisogna capire se sbagliano tutti gli altri o se sbagli Samsung. Il conteggio dei passi è sempre inferiore a quello degli altri dispositivi che mi capita di indossare per le prove comparate, ma anche la valutazione della qualità del sonno è sempre di gran lunga inferiore rispetto a quella di altri prodotti.
Questo è un problema che era stato riscontrato già in passato e che quindi rappresenta probabilmente un’eredità da cui Samsung non riesce a scostarsi.
Batteria
Come anticipato, la batteria di Galaxy Watch tre arriva generalmente a circa un giorno e mezzo di utilizzo, leggermente inferiore alla promessa di due giorni fatta da Samsung, molto dipende anche da ciò che si fa con lo smartwatch.
In particolare, ciò che incide molto nella durata della batteria dipende da quanto tempo si passa monitorando attività sportive. Come in tutti i prodotti di questa categoria, l’azionamento frequente dei sensori riduce ovviamente l’autonomia.
La ricarica avviene in modalità wireless, possono essere utilizzati tutti i caricatori che utilizzano questo standard, compresi gli smartphone in grado di offrire reverse charge.
Recensione Samsung Galaxy Watch3, le conclusioni
Chi conosce mister gadget, probabilmente sa che ciò che ci contraddistingue è la ricerca di un equilibrio estremo, di un certo distacco rispetto al tifo per un marchio piuttosto che per un altro, ma anche una assoluta trasparenza.
È proprio in nome di questa trasparenza che non posso nascondere come la recensione Samsung Galaxy Watch3 abbia rappresentato un’esperienza non esaltante: questo prodotto ripresenta un design secondo me è un po’ datato, conserva alcuni difetti che vengono ereditati dai modelli precedenti e le novità introdotte non compensano questo tipo di debolezza.
Sono convinto che sia tempo per Samsung di innovare sia sul fronte del design che su quello dei contenuti dei propri prodotti indossabili, perché credo non tengano il passo con la qualità degli smartphone, che invece è elevatissima.
Anche la spinta innovativa, tipica degli smartphone di questo marchio, si perde un po’ in questi prodotti che sembrano evolversi molto poco nel corso degli anni.
In tutta onestà, dovendo scegliere oggi, opterei sicuramente per il Galaxy active Watch 2.