In questi giorni state leggendo praticamente ovunque dell’intenzione di Samsung di realizzare una fotocamera per smartphone da 600 mpx.
Ogni volta che trovo notizie di questo genere non nascondo che produco un sorriso a 64 denti, perché nel segmento della tecnologia si gioca un po’ a chi la spara più grossa, dovremmo cominciare ad immaginare un premio per chi esprime la migliore creatività nel diffondere notizie surreali.
A questo aggiungo il dettaglio che nell’attesa di quello che sarà non si riesce mai a sfruttare fino in fondo quello che già c’è.
Questo non significa che sia impossibile vedere in futuro sensori di tale potenza a bordo degli smartphone che noi utilizzeremo, ma è un po’ come dire genericamente che in futuro le macchine saranno più evolute.
Ad oggi, fase finale del famigerato anno 2020, con la prospettiva di entrare a breve nel 2021, questa ipotesi è quantomeno improbabile.
Abbiamo già alcuni smartphone con un sensore da 108 mega pixel, ma abbiamo anche potuto notare come tale capacità resa disponibile agli utenti sia più efficace per il marketing che per la vita di tutti i giorni.
Le controindicazioni causate dall’uso di quei sensori porta spesso a scegliere, dentro quei dispositivi, la risoluzione più bassa.
Il tempo necessario per memorizzare una foto è molto elevato, la dimensione della foto stessa lo è altrettanto, il vantaggio visivo dello scatto da 108 mega pixel, soprattutto quando si utilizza un metodo “punta e scatta” non è così evidente.
Alla fine si usa il sensore “standard”, che comunque garantisce scatti di ottimo livello, ancora migliori se si è capaci di maneggiare l’uso della fotocamera con alcuni artifici manuali.
Assodato che già oggi abbiamo una potenza dei sensori e una capacità di calcolo non indifferenti a nostra disposizione, quanto probabile e la produzione in tempi brevi di una fotocamera con sensore da 600 mpx?
Direi molto bassa, perché per alloggiare un sensore di questo tipo, con la tecnologia oggi disponibile, ci vorrebbe un blocco della fotocamera con uno spessore superiore ai 2 cm.
Ve lo immaginate un blocco posteriore che spunta dal corpo del telefono per più di 1 cm? In più, quale potenza di calcolo dovrebbe essere messa in pista perché tutto questo sia possibile?
Non ho fatto calcoli particolarmente approfonditi, ma con una moltiplicazione spannometrica ho potuto fissare intorno ai 18 gigapixel il flusso necessario per un video con un sensore di questo tipo. Questa cifra è oggi un impegno di elaborazione impossibile per uno smartphone, dato che il processore appena presentato di Qualcomm oggi arriva a 2.7 gigapixel.
Conosciamo bene la legge sulla moltiplicazione della capacità di calcolo dei processori nel tempo, ma da 2,5 a 18 la distanza è veramente notevole.
Possiamo escludere che in futuro avremo fotocamera con sensori da 600 mpx? Probabilmente no, ma non possiamo nemmeno escludere che impianteremo lo smartphone in qualche parte del nostro corpo e che probabilmente schiacceremo una palpebra per scattare una foto, che poi condivideremo con il solo pensiero, non con una piattaforma dei social network, ma direttamente con alcuni neuroni dei nostri conoscenti.
Per il momento, quindi possiamo mettere questo titolo, che molti hanno preso e moltiplicato all’infinito come un’ipotesi senza particolari basi tecnologiche, perlomeno tenendo conto delle soluzioni che oggi conosciamo.
Prepariamoci ad usare ancora lungo i nostri sensori da 64 o 48 mega pixel, in alcuni casi addirittura da 12 megapixel, in grado comunque di scattare foto meravigliose.
Ci sono molti altri dettagli da migliorare, perché i nostri scatti possano diventare ancora migliori, che sono sicuramente più alla nostra portata, rispetto a quel numero di megapixel che tutto sommato non serve nemmeno a molto.