In piena pandemia, per correggere i conti e focalizzare le energie, Uber vende le automobile autonome, le cosiddette “Self Driving” ad Aurora, società di Amazon.
Non è chiaro se le vendite di questi mesi siano volte a correggere i conti, dopo le difficoltà causate dal periodo difficile che ben conosciamo, in cui il business del trasporto passeggeri ha subito un crollo verticale.
Di certo, non è un momento facile e non è un caso se la grande azienda ha ceduto qualche mese anche la divisione Jump, che gestiva biciclette e monopattini in condivisione, acquistata da un colosso del settore, chiamata Lime.
In questo caso, Uber cede ATG, Advanced Technology Group, che viene rilevata da Aurora, società sostenuta da Amazon, in cui Uber investirà 400 milioni, entrando anche nel consiglio di amministrazione, con un peso da 90 come il suo CEO, Dara Khosrowshahi.
Nel frattempo, la società che compra raggiunge un valore da 10 miliardi e assume un peso specifico superiore nel segmento delle auto a guida autonoma.
Uber si prepara a cedere anche il segmento dei taxi a decollo verticale, ambito in cui potrebbe accettare un investimento da parte della società Joby Aviation. Un altro pezzo che se ne va.
Perché Aurora compra la divisione delle auto a guida autonoma? Fino ad oggi si è specializzata su mezzi pesanti self driving, ma questa operazione indica chiaramente una direzione diversa, o complementare rispetto a quanto fatto in questo periodo.
Uber, dopo l’incidente di qualche anno fa in cui una donna rimase uccisa da un’auto a guida autonoma, aveva rallentato lo sviluppo di questi mezzi di trasporto, tornando però ad occuparsene proprio di recente, grazie ad un nuovo progetto con Volvo.
Non si sa, però, se la cessione di queste ore significhi automaticamente la chiusura della collaborazione con il gruppo automobilistico.
Ho la sensazione che Uber non abbia ancora abbandonato del tutto questo settore, quello con Aurora potrebbe essere solo un passaggio intermedio.