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Perché Facebook è contro Apple? I retroscena

Vi siete accorti della campagna di Facebook contro Apple, con attacchi in continuazione in questi giorni? Proviamo a capire i retroscena di quella che sembra una battaglia senza fine.

Sarò forse di parte, ma dovendo scegliere a chi dare retta tra Apple e Facebook, non ho particolari dubbi: da un lato c’è chi fa della privacy uno dei propri principi d’onore, dall’altra c’è chi della demolizione della stessa privacy fa il proprio core-business.

Per capire i motivi del contendere, però, bisogna prima entrare nel tema dei dibattito e cercare di delineare i suoi confini.

Cosa è cambiato con iOS 14

Con il nuovo sistema operativo, iOS 14, Apple ha introdotto una novità importante: gli utenti dovranno esplicitamente consentire alle aziende di tracciare la loro navigazione nei siti internet e nelle app di terzi.

iOS 14

Questa attività, invece, in passato poteva essere fatta “in background”, senza che gli utenti lo sapessero e potessero prendere contromisure in materia.

Le aziende che non si adeguano a questa opzione, potrebbero essere rimosse dall’AppStore a partire dal 2021, senza eccezioni, come nelle abitudini di Apple.

Facebook grazie alle informazioni che “succhia” dai vostri smartphone, costruisce le proprie offerte commerciali, che sono condizionate dalla vostra posizione e da ciò che voi leggete o cercate.

C’è un elemento in più: quando voi togliete a Facebook la possibilità di conoscere la vostra posizione, ora il vostro amico Zuckie può farvi marameo e ottenere quel dato dal browser internet o da una app a cui avete autorizzato la lettura della posizione.

Ma se voi chiudete quel rubinetto, impedendo di leggere quelle informazioni, la festa è finita.

Credits @appleinsider

Perché Facebook è contro Apple?

Facebook è contro Apple, perché dice che il suo business potrebbe crollare del 50%, con una previsione di un impatto sui guadagni pubblicitari del 60%; questo avrebbe conseguenze catastrofiche, dice Zuckie, sulle piccole aziende, che contano sulla geo-locazione degli utenti per una pubblicità più accurata.

Non siete inteneriti da tutta questa attenzione di Zuckerberg per i poveri commercianti locali? In realtà Facebook pasticcia in lungo e in largo con i nostri smartphone e la nostra navigazione Internet e i nuovi paletti creati da Apple, che quando si parla di privacy prende le cose sul serio, non fanno altro che aumentare la consapevolezza degli utenti rispetto alla incredibile invadenza di Zuckie & Co.

Devo essere sincero, io non capisco il tema che viene sollevato spesso, di recente, sulla presunta arroganza di Apple nella gestione del proprio app Store: dal mio punto di vista l’azienda di Cupertino ha creato un mercato che non esisteva, ha creato un’economia che non esisteva, ha creato professionalità che nemmeno conoscevamo. Certo, tutto questo non è stato fatto per filantropia, ma per business, ma anche generato un mercato che fino a quel momento non esisteva, che ha distribuito ricchezza migliaia di piccole e grandi aziende nel mondo.

Mark Zuckerberg

La ricchezza di AppStore e le sue regole

Coloro che oggi si lamentano, un giorno per le regole, un giorno per le commissioni, un giorno per le condizioni del tempo non favorevoli, in realtà fino a qualche anno fa non avrebbero avuto un sostentamento e un modello di business se non fosse stato per la visione di Apple.

A questo si aggiunge anche il dettaglio che tutti gli sforzi fatti per creare un mercato così ampio e per posizionare in un certo modo i prodotti della stessa Apple e creare un bisogno e una spesa media superiore a quella di altre piattaforme sono frutto della creatività, del marketing e dell’inventiva di Apple.

Se non fosse stato proprio per le linee guida e la rigidità nella gestione del proprio AppStore, oggi ci troveremmo davanti ad una specie di bazar, popolato da un sacco di titoli senza ragione di esistere e con una qualità scarsissima, come accade nel Google Play Store e ancora di più nell’AppGallery di Huawei.

In realtà, spesso ci facciamo un po’ condizionare da una ventata di antipatia, che una parte del mercato ha nei confronti di Apple, perché viene identificata come “l’azienda con i prodotti per quelli ricchi”.

Tim Cook

Di fatto, nella stragrande maggioranza dei casi, pur con un numero di dispositivi più basso sul mercato, l’app Store di Apple genera un fatturato di gran lunga superiore a quello del play Store di Google, nonostante il secondo abbia delle percentuali sulle vendite infinitamente più basse.

Superata questa premessa, per cui io apprezzo la rigidità di gestione del proprio giardino, torno al tema della battaglia tra Facebook e la stessa Apple.

La risposta di Apple

Per fare una sintesi, Facebook dice ad Apple tu limiti il mio business e mi impedisci di fare pratiche che possano aumentare i miei guadagni, Apple risponde che visto che il business è costruito dentro il proprio giardino, le pratiche devono essere necessariamente trasparenti.

Non significa che le pratiche siano vietate, ma che gli utenti debbano avere espressamente percezione di quanto succede e che possano decidere se accettare tali pratiche o meno.

Questo è il modo in cui ieri Tim Cook ha risposto all’ennesimo attacco di Facebook, con la pacatezza che lo contraddistingue.

Nelle sue parole specifica chiaramente che nulla è precluso a Facebook e per la volontà di danneggiarne le attività o la crescita nel business pubblicitario, ma semplicemente la volontà di Apple è quella di far decidere agli utenti se diventare fonti di informazioni personali, che spesso non sappiamo gli altri possano leggere, oppure no.

Questa è la semplice ragione per cui Facebook è contro Apple in queste settimane, pur facendo buona parte del suo business proprio grazie agli smartphone con la mela.

C’è una sola persona che potrebbe opporsi a questo genere di approccio? Non credo, anzi, una c’è, Mark Zuckerberg, per puro interesse. Il suo, non il vostro.

Luca Viscardi

Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

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