L’argomento sta impazzando ovunque online in queste ore, ma cosa è lo smartphone di cittadinanza previsto nel kit digitalizzazione e pensato dal governo?
In realtà smartphone di cittadinanza è il nome che è stato assegnato dai media a quello che formalmente viene definito il kit di digitalizzazione, con telefono mobile dotato di connettività, così come è scritto nella manovra finanziaria in via di elaborazione.
Le battute online che non servono a crescere
Come sempre, dal momento in cui è arrivata la notizia ironia sulla rete si è sprecata, perché sappiamo bene che l’unica cosa che manca su Internet è anche un solo parere positivo su un argomento a caso di vostra scelta.
La rete, in generale sappiamo essere il trionfo della negatività anche davanti all’ipotesi di vedersi fare un regalo. Diciamo che la valutazione di questa idea non è semplicissima, perché a fronte dell’immaginazione legata ad un determinato provvedimento, la cosa che fa la differenza e come il provvedimento stesso viene poi applicato nella realtà.
Sul piano prettamente teorico, un governo che si pone il problema di eliminare il digital divide per le famiglie meno abbienti tocca un argomento sensibile che può in linea di massima essere condiviso.
Il vero problema sta nell’applicazione di un’iniziativa di questo genere, che sarebbe introdotta in via sperimentale nel 2021 con lo stanziamento di circa 20 milioni di euro, il che vuol dire che verosimilmente ci saranno poche decine di migliaia di persone coinvolte da questa attività.
Cosa è il kit digitalizzazione?
L’idea del governo e quella di conferire nella forma del comodato gratuito per un anno uno smartphone con connettività Internet compresa, su cui sia installata l’applicazione io e che possa accedere a due organi di stampa gratuitamente.
In altre parole, uno strumento per avere un contatto diretto con l’amministrazione pubblica, tramite l’applicazione, ma anche l’accesso all’informazione grazie alla visualizzazione gratuita di due quotidiani, ma non sappiamo quali possano essere.
Questo trattamento sarebbe riservato a famiglie con un isee complessivo inferiore ai 20.000 € annui.
Dovendo supportare l’applicazione governativa chiamata io, si deve supporre che il telefono in questione debba essere uno smartphone, mentre non sappiamo se l’accesso a due giornali sia l’unico accesso alla rete consentito o se il telefono possa poi essere utilizzato liberamente per navigare su qualunque piattaforma, pornhub compreso.
Il confine tra una buona idea e un cattivo risultato
Noi insistiamo su un tema importante: la discriminazione digitale a cui possono essere sottoposti i cittadini è un tema fondamentale, l’accesso ai servizi dell’amministrazione pubblica in modo semplice, soprattutto per le famiglie in difficoltà, sono argomenti che non possiamo sottovalutare, semplicemente perché considerati futili.
Sono molti i paesi del mondo che hanno classificato l’accesso ad Internet e la disponibilità di uno strumento per ottenerlo requisito fondamentale dei cittadini e bene di primaria importanza al pari di illuminazione elettrica, acqua e riscaldamento.
Ecco perché le battute dei soliti faciloni fanno ridere i primi 12 secondi ma poi lasciano il tempo che trovano: in un paese in cui tutto ciò che viene immaginato per un futuro migliore secondo la rete è comunque sbagliato, dobbiamo cominciare a ignorare il pessimismo cosmico di pochi, cercando di sperimentare di più, anche con il rischio di sbagliare.
L’idea in sé non è male, evitare che diventi il solito spreco condizionato da una gestione superficiale e da un’inefficienza dell’amministrazione che ben conosciamo, è doveroso e va chiesto a gran voce a chi ha immaginato questa iniziativa.
Attendiamo di conoscere gli sviluppi sul kit di digitalizzazione, prima di esprimere un parere definitivo.