Dopo il delirio della giornata di ieri a Washington, Twitter sospende l’account di Donald Trump, quello che viene riconosciuto come @therealdonaldtrump, nelle ultime ore anche Snapchat a preso la stessa decisione.
Per il momento l’account del presidente americano è bloccato per almeno 12 ore, ma Twitter sta valutando la possibilità di chiuderlo definitivamente, aggiungendo anche un embargo definitivo per Donald Trump sulla piattaforma.
Sappiamo benissimo che in questo caso il divieto potrebbe essere aggirato in 1000 modi, diventerebbe una sorta di gioco a guardia e ladri, perché si potrebbero aprire nuovi account con nominativi diversi che in realtà celano l’attuale presidente uscente degli Stati Uniti.
Twitter ha richiesto la rimozione di tre messaggi che sono stati postati dal presidente e che vengono considerati supporto ad azioni violente e contrari ai diritti civili, per questa ragione l’account è stato bloccato e verrà sbloccato solo ed esclusivamente 12 ore dopo la rimozione dei tweet contestati.
La piattaforma ha anche anticipato che eventuali altre violazioni dello stesso tipo verranno sanzionate con una chiusura definitiva dell’account.
Ora il vero tema sarà arginare anche la valanga di disinformazione che è stata messa in campo dei supporter di Donald Trump, che su tutte le piattaforme social stanno sostenendo la teoria che coloro che hanno assaltato ieri il congresso non fossero supporter del presidente ma estremisti di sinistra camuffati da gruppi di destra.
Siamo davanti ad una condizione paradossale, per cui anche ciò che è chiaramente visibile davanti nostri occhi viene distorto con informazioni chiaramente in attendibili, ma sappiamo bene che un messaggio del tutto sbagliato, se ripetuto all’infinito diventa più credibile.
Dopo l’azione fulminea di Twitter, anche Facebook e YouTube hanno bloccato gli account di Donald Trump; nelle ultime ore anche Snapchat ha preso la stessa decisione.
In realtà, la piattaforma del fantasmino già da tempo boicotta i contenuti di Donald Trump, che è stato rimosso dalla sezione in cui si possono esplorare i contenuti, ora è arrivato invece un blocco dell’account.
Non ci sono molte altre informazioni relative a questo tema, per il momento sappiamo solo che l’azienda ha pubblicato un comunicato stampa dichiarandosi particolarmente preoccupata dai toni dell’account del presidente.
Bisogna dire che queste decisioni, prese da enti privati che di fatto applicano un meccanismo di censura, se apprezzate e condivise con un’analisi emotiva, rappresentano un argomento molto delicato dal punto di vista “civico”.
È accettabile che il controllo dei contenuti sia delegato a soggetti privati? Può il mondo dei nuovi media sostituirsi ai legislatori nel decidere che cosa è giusto e che cosa no?
Ovviamente, chiunque condannerebbe le frasi di Donald Trump, gli eventi di ieri, e tutta l’escalation che nel corso di questi anni ci ha portati alla situazione che abbiamo visto con i nostri occhi.
Ciò nonostante, il tema di chi deve controllare cosa è comunque aperto e Twitter che sospende l’account di Donald Trump non fa che riaccendere i fari su questo argomento.