Oggi fa molto discutere la questione relativa al perché Apple ha rimosso Parler dall’App Store e non Telegram: stiamo tornando al tema del rapporto tra le piattaforme tecnologiche e gli spazi che possono incitare alla violenza e alla discriminazione.
Il tema è esploso in tutta la sua veemenza due settimane fa, quando un gruppo di facinorosi ha assalito il Campidoglio negli Stati Uniti e la reazione immediata delle piattaforme social, oltre che degli Store di applicazioni, è stata di “chiudere i rubinetti” a coloro che venivano considerati istigatori della folla.
Su Twitter e Facebook sono stati chiusi gli account del presidente degli Stati Uniti, storia che conosciamo e anche di molti altri rappresentanti dell’estrema destra, così come dagli Store delle applicazioni è stata rimossa Parler, una piattaforma di discussione, un forum dedicato ai gruppi che ruotano intorno all’estrema destra americana.
A distanza di qualche giorno è stata però citata in causa Apple, con un’accusa molto precisa di aver trattato con due pesi e due misure la stessa Parler e Telegram, piattaforma di messaggistica, che però funziona anche come un social network con gruppi di interesse, che conteneva molti argomenti discutibili ma non ha subito sanzioni.
L’ azione legale arriva da un’associazione chiamata Coalition For a Safer Web, che ha la sua voce nell’ambasciatore Marc Ginsberg, chi ieri ha fisicamente presentato la mozione in un tribunale della California.
Secondo quanto sostiene l’organizzazione, anche Telegram sarebbe stata utilizzata dai gruppi che si sono dati appuntamento due settimane fa a Washington: la piattaforma di messaggistica russa è risultata fondamentale per la diffusione di notizie in tempo reale, senza alcun tipo di controllo o moderazione.
Per la cronaca, l’allergia di questo gruppo nei confronti di Telegram ha radici lontane: già tempo fa lo stesso ambasciatore aveva scritto all’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, chiedendo di rimuovere la app di Telegram, sollevando più di un dubbio sulla sua liceità in relazione alle origini russe.
Già la scorsa estate, tra l’altro, venne denunciato il fatto che sulla piattaforma ci fossero gruppi di incitamento alla violenza, senza blocco dei contenuti o attività di moderazione.
Sempre secondo la stessa associazione, Telegram accoglie e ospita moltissimi gruppi che sono contrari alla popolazione di colore e incitano alla discriminazione razziale.
Nell’azione legale viene richiesta un’ingiunzione del tribunale perché l’applicazione venga sospesa immediatamente fino a che non si adeguerà alle linee guida dell’App Store con un sistema di moderazione più efficace.
Proprio ieri, Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, aveva dichiarato che anche l’applicazione Parler potrà tornare sullo Store non appena avrà implementato un sistema di moderazione dei contenuti.
Il tema è molto sensibile, questa è una settimana molto calda, penso che torneremo a parlarne ancora.