Il più grande kolossal degli ultimi anni, Trump vs Huawei, dovrebbe essere arrivato al suo ultimo capitolo, quello che abbiamo letto negli ultimi giorni.
A sole 48 ore dalla sua uscita dalla casa bianca, il presidente quasi ex degli Stati Uniti ha voluto piazzare il classico colpo di coda nei confronti dei suoi grandi amici di sempre, i cinesi in generale e l’azienda Huawei in particolare.
Una nota del dipartimento di Stato americano, rilasciata alla fine del weekend, ettaro fatto sapere che non verranno rilasciate ulteriori deroghe ad aziende americane che producono processori e che oggi collaborano con quella cinese, ma che anzi molte delle concessioni già rilasciate potrebbero essere ritirate.
Questa decisione arriva a sole poche ore di distanza da quella con cui nove aziende cinesi sono state inserite nella lista dei nemici del governo americano, tra cui anche Xiaomi.
Non bisogna però confondere le due azioni, che hanno caratteristiche diverse e anche conseguenze molto differenti tra loro: da un lato la decisione nei confronti delle nove aziende cinesi, tra cui Xiaomi, vieta agli americani di acquisire pacchetti di azioni delle stesse, ma impone anche di cedere eventuali quote societarie attualmente a disposizione di soggetti statunitensi.
La decisione relativa a Huawei, invece, mira a colpire quelle deroghe che sono state rilasciate negli ultimi mesi e che hanno permesso all’azienda cinese, da un paio di anni nel mirino di Donald Trump, di proseguire senza grossi problemi l’attività di produzione di personal computer.
Da un lato c’è infatti l’autorizzazione speciale rilasciata a Microsoft per fornire il sistema operativo Windows, dall’altra invece la concessione fatta da Intel, che produce invece i processori per i computer portatili del gruppo asiatico.
Questa ulteriore stretta, quindi, potrebbe tradursi nel fatto che diventerebbe più complicato per il grande colosso cinese diversificare la propria attività dedicandosi ai computer ed, eventualmente, ai prodotti di smarthome in attesa di risolvere i problemi sul fronte degli smartphone.
A tal proposito è bene ricordare come la mancanza dei servizi di Google, figlia del divieto di collaborare con le aziende americane, abbia impattato in modo quasi violento sui dati di vendita di Huawei, che è scesa in modo vertiginoso dalla quota del 30% che aveva maturato in tutta Europa i dati attuali, che non si conoscono con precisione ma si parla di vendite inferiori al 10%.
Bisogna forse anche sottolineare che molti osservatori del settore della tecnologia avevano pronosticato che l’impatto commerciale per la mancanza dei servizi di Google sarebbe stato contenuto, bisognerebbe trovare un nuovo lavoro per chi è riuscito a fare una previsione tanto sbagliata.
Il rischio è che ora lo stesso scenario si possa ripresentare anche sul mondo dei computer, segmento in cui il gruppo si sta muovendo molto bene, con prodotti molto interessanti.
In attesa di capire cosa succederà con l’arrivo del nuovo presidente, archiviamo anche queste ultime pagine della controversia Trump Vs Huawei, che però, probabilmente, non è ancora vicina alla parola fine.