Chi ha ragione tra Apple e Facebook: il parere di esperti

Se vi siete chiesti chi ha ragione tra Apple e Facebook nella battaglia che è in corso per la trasparenza dei dati raccolti, è interessante conoscere il parere di alcuni esperti di marketing.

È doverosa una piccola premessa: da qualche settimana Apple ha cambiato le regole di trasparenza del suo app Store e ora impone agli sviluppatori di dichiarare in modo semplice, comprensibile, facile da intuire anche visivamente, quali dati siano raccolti da un’applicazione quando viene utilizzata “in primo piano” e quando rimane in background.

Non solo, perché il sistema operativo di Apple adesso chiede il permesso dell’utente perché una specifica applicazione possa tracciare le nostre abitudini e i nostri comportamenti su applicazioni diverse.

Fino a ieri, per fare un esempio, Facebook poteva tracciare ciò che voi cercate su Safari, quindi anche alcune attività che vengono svolte al di fuori dell’applicazione.

Chi ha ragione tra Apple e Facebook: le origini dello scontro

Ora, invece, quando un’applicazione cerca di tracciare i vostri dati, viene mostrato un Popup che vi chiede il permesso di intercettare le vostre attività.

Questo ovviamente riduce drasticamente la possibilità che alcune aziende hanno sfruttato alla grande, approfittando della nostra inconsapevolezza, di tracciare ciò che noi facciamo e di conoscere molte delle nostre abitudini di utilizzo, che poi vengono sfruttate ai fini di marketing.

Facebook ha reagito a questa novità in modo veramente, ha tempestato i suoi utenti di messaggi segnalando le restrizioni in arrivo come se fossero una privazione della libertà e ha usato negli Stati Uniti i quotidiani tradizionali per una campagna massiccia a sostegno delle proprie teorie.

Secondo il social network, le nuove regole di Apple potrebbero ridurre del 60% l’efficacia della promozione delle attività locali, così come impattare in modo molto significativo sui propri fatturati.

C’è davvero un danno per gli investitori?

Il tema su cui ha insistito molto Facebook riguarda l’incidenza di queste nuove regole soprattutto per i piccoli investitori pubblicitari, in particolare le attività locali, i cui investimenti sarebbero meno efficaci.

In particolare, attraverso alcuni comunicati sui giornali, Facebook avrebbe sostenuto che le nuove regole della privacy di Apple peggiorerebbero del 60% l’efficacia della spesa pubblicitaria.

Alcuni esperti di marketing rispondono a queste affermazioni sostenendo però che questi numeri siano campati per aria e non abbiano alcuna giustificazione matematica e ed evidenza scientifica.

A dirlo sono due professori di marketing dell’Università di Barcellona e dell’Università di Rotterdam, Bart De Langhe e Stefano Puntoni: secondo questi esperti sostenere che gli investimenti pubblicitari avranno una resa del 60% inferiore rispetto a quella attuale è pratica scorretta perché non supportata da una serie di dati ulteriori che permette di capire a quali segmenti merceologici ci si riferisca, in quali contesti, con quali tipi di campagne.

Facebook a supporto delle proprie teorie riporta uno studio di Deloitte, ma secondo gli esperti di marketing delle università di Rotterdam e di Barcellona i dati vengono recuperati in modo distorto e per questo presentati con evidenze differenti da quelle reali.

Facebook sta organizzando anche un’altra iniziativa, quella cioè di spedire agli utenti che usano l’applicazione su iPhone una notifica che preceda quella di Apple che chiede l’autorizzazione a tracciare i propri comportamenti.

La notifica di Facebook parla infatti di una migliore esperienza pubblicitaria, cercando di cambiare la percezione degli utenti, ma difficilmente coloro che usano la piattaforma avranno voglia di regalare i propri dati ad una società che ha mostrato a più riprese di usarli con una discreta disinvoltura.

A quanto pare, Facebook sta preparando anche una causa nei confronti di Apple da proporre all’antitrust, ma anche in questo caso rischia di diventare un boomerang. Avanzare i diritti sulla privacy degli altri non è una pratica facile da accettare.

Su questa storia torneremo spesso perché l’argomento rimarrà molto caldo anche nei prossimi mesi, noi abbiamo discrete certezze su chi ha ragione tra Apple e Facebook, ma saremmo curiosi di conoscere il parere di un giudice, che possa mettere la parola fine a questa querelle.

Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

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