Oggi, il 7 febbraio, è la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, che in Italia è stata organizzata a ridosso dell’iniziativa internazionale “Safer Internet Day”.
La sicurezza su Internet è un tema particolarmente importante, ne abbiamo parlato più riprese, soprattutto in funzione del rapporto tra i minori e la rete.
Ci occupiamo di tecnologia e di innovazione, abbiamo una passione sfrenata per i prodotti tecnologicamente avanzati, è scontato che la nostra valutazione sull’uso di Internet e sulla sua importanza anche come fonte educativa sia del tutto positiva.
Restano però problemi importanti da risolvere e nodi che ancora non sono stati sciolti sui pericoli che la stessa rete nasconde, soprattutto per chi non è ancora preparato ad affrontarli.
I sondaggi ci dicono che è un ragazzo su due tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi di bullismo, mentre un adolescente su cinque subisce prepotenze ricorrenti.
Dobbiamo ricordare che i temi di bullismo e cyberbullismo viaggiano parallelamente, spesso con gli stessi protagonisti, sia tra coloro che esercitano gli abusi che tra coloro che li subiscono.
Qualche giorno fa abbiamo affrontato il tema della pericolosità della rete per i ragazzi quando non sono pronti a stimolazioni non convenzionali di persone più scafate di loro, è il caso del delicato rapporto tra minori e TikTok.
Quando si parla invece di bullismo e cyberbullismo la situazione è diversa, perché di solito anziché correre rischi nascosti, i ragazzi subiscono angherie alla luce del sole che spesso faticano a confidare, per una serie di infinite ragioni che è veramente complicato individuare.
Non a caso i due fenomeni vengono citati nella stessa giornata, in cui si cerca di creare consapevolezza, per cercare di contenerne gli effetti. Chi di voi non ha mai avuto un contatto con questo tipo di fenomeno dovrebbe probabilmente guardare una serie televisiva, 13, in onda su Netflix.
È la storia del gesto estremo di una ragazza adolescente, che non riesce a sopportare il peso di angherie fisiche e digitali, perpetrate a volte in modo subdolo, che nemmeno i genitori più attenti riescono ad intercettare.
Il ruolo degli adulti in un contesto come quello del bullismo e del cyberbullismo è forse quello più di stimolare la consapevolezza, di promuovere il rispetto e di insegnare ai ragazzi, sin da quando sono piccoli, che la casa è un porto sicuro dove confidarsi non è un problema e soprattutto non è fonte di giudizio.
Spesso il comportamento delle famiglie, che minimizzano, schermiscono, giocano su un argomento che per i più giovani può risultare sensibile e doloroso, può essere il secondo schiaffo e un ulteriore prova difficile da superare.
Ancor più spesso i ragazzi tendono a nascondere ai propri genitori fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo per paura di mostrare debolezza o per il desiderio di sembrare più forti agli occhi dei propri genitori.
La scuola, il mondo dello sport, le famiglie, tutti insieme, dovrebbero contribuire a far crescere la consapevolezza del rischio di certi comportamenti che in età giovanile possono sembrare semplicemente scherzosi e che invece su alcune fragilità hanno effetti devastanti.
Speriamo di dover celebrare questa giornata per un tempo limitatissimo, la speranza è che presto non ce ne sia più bisogno