Con Google Arts & Culture, Play A Kandinsky

Google Arts & Culture è forse una delle app più belle oggi disponibili, con Play A Kandinsky aggiunge un tassello alla sua già ricca disponibilità di opere d’arte.

Per chi non conoscesse l’applicazione è importante ricordare che parliamo di una sorta di museo a cielo aperto, grazie al quale è possibile visitare alcune delle collezioni più prestigiose del mondo, ma è anche possibile giocare con l’arte, ad esempio trasformando un proprio selfie in una immagine derivata dalla grande storia dei ritratti nella pittura.

Da oggi, grazie ad una collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi, viene lanciata una nuova iniziata dedicata a Vassily Kandinsky, artista la cui opera è stata condizionata da una patologia, la sinestesia, condivisa con molti altri personaggi dell’arte, tra cui la contemporanea Billie Eilish.

Il Centre Pompidou e Google Arts & Culture hanno collaborato per rendere omaggio all’artista, considerato un iniziatore del movimento artistico astratto.

Sounds like Kandinsky” riunisce le sue opere più emblematiche, apre alcuni rari archivi personali e introduce un esperimento di Machine Learning che permette a tutti di cimentarsi in “Play a Kandinsky“. 

Sono state digitalizzate 3.700 opere d’arte, fotografie personali e documenti con il tabletop scanner di Google Arts & Culture, come i ricordi d’infanzia, le immagini delle vacanze con Paul Klee, o lo studio di Kandinsky a Neuilly: sono statati forniti dalla collezione Kandinsky lasciata in eredità da Nina Kandinsky.

Sarà possibile ripercorrere la vita e il lavoro di Kandinsky dal suo debutto in Russia al periodo in cui ha insegnato alla scuola Bauhaus. 

In più sarà dato accesso al suo studio durante i suoi anni parigini e perdersi in Sky Blue attraverso un tour in-painting che permetterà di ingrandire i dettagli delle sue opere d’arte.  

Ma per capire veramente l’eredità di Kandinsky e svelare uno dei misteri che definiscono il suo stile artistico, è essenziale capire il processo creativo distintivo che è entrato nelle sue tele: la sinestesia.

Questa condizione neurologica – condivisa anche da altri artisti come Rimbaud, Billie Eilish e Pharrell Williams – gli permetteva di associare i colori a certi suoni e umori.

Quando Kandinsky dipingeva, due sensi lavoravano sistematicamente insieme: l’udito e la vista. Colori e forme si traducevano in suoni, armonie e vibrazioni che componevano linee e motivi.  

Per esprimere il “Sound” di un Kandinsky Google ha collaborato con gli artisti di musica sperimentale Antoine Bertin NSDOS per creare “Play a Kandinsky”, una sperimentazione interattiva che per la prima volta permette di percepire ciò che Kandinsky potrebbe aver sentito mentre dipingeva. 

Analizzando gli scritti di Kandinsky che delineano la sua esperienza sinestetica è applicato il machine learning per creare uno strumento che simula ciò che Kandinsky potrebbe aver sentito quando ha dipinto il suo capolavoro “Giallo Rosso Blu” nel 1925.

Basterà fare zoom e poi cliccare sulle diverse varie aree del dipinto: l’invito è quello ad interagire con il dipinto, esplorando i suoni e le emozioni associate ai colori e alle forme.

E’ anche possibile creare un mix personale e condividere il risultato della creazione, ispirata da Kandinsky.

Per la giornata di oggi vi consigliamo un po’ di Fortnite in meno e qualche minuto di Google Arts & Culture e Play Like Kandinsky in più!

Luca Viscardi: Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.
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