In questi giorni sta nuovamente trovando spazio il tema della class action contro Google per la definizione di Stadia, che dovrebbe essere 4K, ma non sempre lo è.
In realtà, questo tema viene discusso da mesi, ma torna di attualità perché l’azione legala presentata a New York ad ottobre 2020 è stata trasferita alla corte federale dello stato.
Dal momento del suo lancio, Google Stadia promette ai suoi utenti una definizione 4K, ma in realtà molti dei giochi offerti hanno definizione inferiore e subiscono un processo di upscale per arrivare al 4k.
Dal momento del lancio, Google ha sempre parlato di giochi in 4K con 60 frame al secondo, ma diversi utenti hanno misurato l’effettiva definizione, che era inferiore.
Nonostante ciò, Google non ha cambiato le sue dichiarazioni sull’argomento e non ha corretto la sua comunicazione, condizione che viene considerata mendace dagli utenti che hanno sottoscritto l’abbonamento.
Questo è uno dei quesiti che circolano in questi giorni: in caso di sconfitta, Google potrebbe essere costretta a specificare la definizione dei singoli giochi, per permettere agli utenti di avere informazioni molto dettagliate.
La class action chiede anche un risarcimento monetario per coloro che sono già iscritti e questo coprirebbe le persone che sono abbonate dal 2019 al momento in cui la causa sarà chiusa.
Non sappiamo come finirà la class action nei confronti di Google Stadia, ma l’epilogo dovrebbe essere vicino.
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