Quando si acquista un prodotto, il prezzo non è l’unica variabile rilevante, ne è la prova la brutta esperienza che abbiamo fatto con l’assistenza di DJI Pocket 2.
Il dispositivo è uno dei più interessanti sul mercato, parliamo di una piccola videocamera stabilizzata 4K, la cui proprietà principale è quella di mettere una qualità video di ottimo livello dentro un dispositivo di dimensioni davvero ridotte che permette di fare riprese di buona caratura.
Il prezzo di questo oggetto varia a seconda della versione che si acquista, si può scegliere quella più semplice, oppure optare per la più completa, il cui costo supera i 500 €.
In questo caso, oltre alla fotocamera stabilizzata ottenete anche un piccolo supporto da tavolo, il microfono collegato in modalità wireless e un accessorio per il controllo del movimento della testina stabilizzata.
Esiste anche un’applicazione a supporto in grado di elaborare le immagini ma mano che voi le riprendete e quindi di pubblicarle in tempo reale sui social.
La delusione dell’assistenza DJI
A distanza di pochissime settimane dall’acquisto, dopo aver girato forse un massimo di due o tre ore di materiale video, complessivamente, il microfono della videocamera smette di funzionare all’improvviso.
Viene provato un reset, si passa al tentativo di riportare alle condizioni di fabbrica il piccolo dispositivo, ma non c’è niente da fare.
Non resta altro che spedire il dispositivo in assistenza, bisogna mandarlo a Roma in un centro autorizzato che è anche il negozio ufficiale del brand nella nostra Capitale.
A Roma il prodotto viene ricevuto, viene verificato il fatto che non ci siano danni esterni e si decide di inoltrare l’oggetto al centro di riparazione europeo in Olanda per ulteriori verifiche.
Passa qualche giorno e arriva un preventivo di riparazione: sono 150 €. Siamo leggermente tra saliti guardando il documento: allo stesso prezzo si può acquistare la prima versione di questa fotocamera, se si cerca adeguatamente online.
La motivazione di questo preventivo sono dei piccoli segni che sono riportati sulla fotocamera stessa, l’assistenza allega una foto a prova del danno.
L’assistenza di Roma non aveva sollevato alcuna eccezione sullo stato del dispositivo e aveva deciso di inoltrare il prodotto al centro di riparazione europeo perché loro era la competenza.
Dovete guardare con particolare attenzione, perché probabilmente un occhio nudo non riuscirebbe a vedere quei piccoli segni, che probabilmente derivano dallo sfregamento inserendo il dispositivo in tasca piuttosto che mettendolo togliendolo dalla custodia, dato che la Pocket due non è mai caduta.
Sottolineo anche che i microfoni del dispositivo sono collocati lontani da quella posizione, perché sono chiaramente visibili accanto alla scritta che potete vedere “DJI” e in un punto diametralmente opposto, mentre il terzo microfono è sul retro.
Non è facilissimo riuscire a leggere la corrispondenza che a caratteri un po’ piccoli, ma riuscite comunque a vedere quello che è successo nel corso di queste settimane, quando il negozio di Roma non rileva alcun tipo di difetto, inoltra il prodotto in Olanda E la risposta del centro riparazioni rileva dei segni in un punto in cui, se proprio, potrebbe danneggiarsi la Gimbal, non certo il microfono che è imposizione di tutt’altro tipo ed è anche ben protetto rispetto ad eventuali cadute.
Di fatto, un prodotto che è stato utilizzato per meno di 40 giorni di calendario, ma meno di due o tre ore di lavoro effettive è in giro per l’Europa da tre settimane, non c’è alcuna cognizione per quanto riguarda la conclusione della riparazione e la prospettiva è quella di pagare un prezzo di assistenza pari al 50% del valore del nuovo.
Dovendo immaginare un’esperienza con un centro assistenza di un brand di qualunque genere, sicuramente l’aspettativa è ben diversa, la sorpresa e ancora più grande quando il marchio in questione DJI, tratta esclusivamente tecnologia molto sofisticata e paventa un posizionamento di qualità e di prezzo da top di gamma.
La realtà è che non ci sono grandi alternative sul mercato a questo marchio, ma se viene fatto uno sforzo economico per acquistare questi prodotti, anziché quelli di un marchio cinese a caso tra quelli venduti su Bangood, il cui prezzo è sensibilmente più basso, la ragione sta proprio nell’aspettativa di un’assistenza attenta, puntuale e soprattutto veloce.
Se però l’approccio è quello che stiamo vivendo in prima persona, evidentemente meglio ripiegare su marchi sconosciuti, che di fronte ad eventuali guasti o rotture non generano particolari rimpianti.
Può anche semplicemente essere che siamo incappati in uno di quei classici casi in cui tutto quello che può andare storto va nella direzione sbagliata, però in effetti ci auguriamo che l’esperienza degli altri utenti con l’assistenza DJI sia di livello superiore.
Non abbiamo una ragione valida per non pensare che sia così e per non credere che il nostro sia un caso sfortunato, ma per trasparenza nei confronti di chi legge non potevamo non raccontare quanto accaduto. In attesa di una soluzione che ancora non si vede.
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