A distanza di poche settimane dall’inizio di questa vicenda, arriva una buona notizia per Xiaomi che non è più nella black list USA, in cui l’azienda era finita per volere del Dipartimento del Commercio americano.
Non si trattava di una situazione uguale a quella di Huawei, ma comunque di un ostacolo e di una macchia per l’immagine dell’azienda, in un momento di crescita importante.
La decisione del Dipartimento del Commercio americano era condizionata dal fatto che la società cinese aveva ricevuto un premio da parte dell’esercito del suo paese, consegnato al suo fondatore.
Secondo i burocrati americani questo era sufficiente per confermare la commistione tra la società tecnologica e il governo cinese.
Per questo motivo era scattato il divieto di investimento in azioni di Xiaomi per i cittadini americani ed era stato diramato l’invito a disinvestire per coloro che l’avessero già fatto.
Grazie al ricorso che è stato presentato nelle scorse settimane, Xiaomi è riuscita a battere il Dipartimento del Commercio americano e a vedere riconosciuta la sua estraneità ai fatti che le venivano contestati.
Ecco di seguito il comunicato ufficiale dell’azienda:
Xiaomi è lieta di constatare che il 12 marzo la Corte ha ordinato un’ingiunzione al Dipartimento della Difesa americano per impedire l’attuazione o esecuzione della designazione di Xiaomi come CCMC.
In conformità al provvedimento concesso, la Corte ha annullato completamente e con effetto immediato la restrizione dell’Ordine Esecutivo 13959 che vietava alle società statunitensi di acquistare i titoli di Xiaomi e l’obbligo di cedere le loro partecipazioni azionarie.
Xiaomi ribadisce ancora una volta di essere una società ampiamente controllata, quotata in borsa e gestita in modo indipendente che offre prodotti di elettronica di consumo esclusivamente per uso civile e commerciale.
Xiaomi ritiene inoltre che la decisione di designarla come una azienda militare comunista cinese sia arbitraria e irragionevole, e la Corte è dello stesso parere. Ad ogni modo, Xiaomi ha intenzione di proseguire chiedendo l’illegittimità della designazione e la sua revoca permanente.
Xiaomi è un’azienda tecnologica giovane ed estremamente dinamica che nel corso di questi anni ha offerto ai consumatori di tutto il mondo prodotti sorprendenti a prezzi onesti e che continuerà a lavorare incessantemente e con impegno con i propri partner globali per permettere a tutti di godere di una vita migliore attraverso una tecnologia innovativa.
Questo è comunque solo un primo passo come è facile evincere dal comunicato ufficiale, perché ci saranno sicuramente nuovi capitoli in questa storia, con l’obiettivo di cancellare definitivamente anche solo l’ombra di un rapporto opaco tra l’azienda e il governo cinese.
Bisognerà capire se quanto accaduto a Xiaomi possa in qualche modo aiutare anche Huawei ad uscire dalla palude.
Ogni caso la notizia che Xiaomi non è più nella black list USA va accolta con piacere, perché la competizione di altissimo livello proposta da questa azienda va a vantaggio di tutti, in primo luogo i consumatori.
Questo passaggio non ha comunque scalfito la presentazione del nuovo gioiello della casa, il recentissimo Xiaomi MI 11 5G.
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