Da qualche mese stiamo assistendo ad una vera sfida Facebook Apple relativa alle novità del sistema operativo per iPhone, ormai prossime alla pubblicazione.
Ne abbiamo parlato a più riprese anche in passato, quando vi abbiamo raccontato perché, dal nostro punto di vista, è difficile comprendere le posizioni e i contenuti di Facebook, quando la materia in gioco è quella della privacy degli utenti.
Facciamo un piccolo riepilogo delle puntate precedenti. Apple da qualche tempo ha una vera ossessione sulla privacy, ma nel senso positivo del termine.
Vi abbiamo descritto in passato come l’identità dei suoi utenti venga difesa e i dati che vengono raccolti per erogare alcuni servizi non siano mai abbinati ad un nome ed un cognome, perché, dal punto di vista di Apple, questa raccolta è funzionale all’erogazione dei servizi stessi e non alla creazione di un business basato sul possesso di informazioni sulle abitudini dei “consumatori”.
Quando viene fatta una ricerca in Internet utilizzando Safari, vengono trasmesse solo ed esclusivamente le informazioni indispensabili per ottenere una risposta dal server, mentre quando fate la stessa operazione utilizzando la pagina di Google, viene trasmessa alla vostra posizione, che tipo di smartphone state utilizzando, oltre ad una serie di informazioni supplementari di cui non siete consapevoli.
Quando viene utilizzata la piattaforma Apple Maps per navigare, Apple non raccoglie mai l’identità di chi utilizza gli strumenti: ogni telefono ha un codice univoco, che però non è abbinato al nome e all’identità dell’utente.
Come dire: Apple sa che un determinato dispositivo con un determinato codice in un certo momento è in piazza del Duomo, ma non sa di chi sia quel telefono.
Questo va nella direzione contraria rispetto alle abitudini di Facebook e Google, il cui business invece è basato proprio sulla raccolta di dati combinati all’identità di una persona.
Perché la sfida Facebook Apple si è infiammata
La nuova versione del software, ormai prossima al rilascio, porterà una notevole stretta rispetto a ciò che le aziende possono tracciare sul nostro iPhone senza che noi lo sappiamo.
Fino ad oggi, Facebook poteva ad esempio visionare quali altre applicazioni noi utilizziamo, per quanto tempo, addirittura in alcuni casi anche curiosare nella nostra navigazione Internet, pur essendo questa fatta all’esterno dell’applicazione stessa.
Con iOS 14.5 questo non sarà più possibile, in primo luogo perché ci sarà una nuova etichetta della privacy con cui le aziende dovranno spiegare in modo palese, trasparente, più che comprensibile quali informazioni raccolgono dai propri utenti.
Se questo non bastasse, i singoli utenti dovranno esprimere un consenso perché le singole applicazioni possano raccogliere informazioni da altre applicazioni installate sul telefono.
Sarà quindi indispensabile premere un pulsante ed esprimere il proprio consenso ad una domanda del tipo: vuoi che Facebook tracci le tue attività quando navighi in Internet? È evidente che un’altissima percentuale di utenti risponderà no.
Ecco perché il rapporto Facebook Apple si è incrinato e dal management del social network sono arrivati attacchi piuttosto scomposti, con argomenti abbastanza deboli, a difesa dell’ingerenza nelle abitudini degli utenti di smartphone.
La prima difesa introdotta da Facebook è stata quella di un grave danno al business delle attività locali, argomento che è stato smontato piuttosto velocemente.
Lunedì leggeremo un’intervista con Tim Cook, amministratore delegato di Apple, di cui è stata pubblicata un’anticipazione proprio in queste ore.
La data di uscita di questa intervista ci fa pensare che la prossima settimana potrebbe essere finalmente quella buona per l’arrivo di iOS 14.5.
L’argomento centrale di cui si discute è ovviamente quello del rapporto Facebook Apple e Tim Cook si dichiara scioccato dalle critiche ricevute negli ultimi mesi sul tema della privacy, perché sostiene che la difesa della riservatezza degli utenti è un argomento contro cui è difficile scagliarsi.
È stato chiesto anche all’amministratore delegato di Apple se sia vero che la nuova etichetta della privacy impazzirà duramente sul business di Facebook, ma la risposta è stata che le attività del social network non rientrano tra i suoi interessi primari e quindi non conosce una risposta sull’argomento.
A domanda: “cosa risponde alle critiche di Facebook?”, la risposta è stata perentoria.
il tono di Mark Zuckerberg è cambiato in modo drastico nelle ultime settimane, arrivando addirittura a sostenere che il cambiamento delle policy di Apple potrebbe portare un grandissimo beneficio per il social network, allorché gli utenti potrebbero essere indotti a usare ancora di più gli strumenti di commercio di Facebook, per evitare i blocchi del tracciamento esterno.
Anche questa è una teoria piuttosto curiosa, che andrà verificata nel tempo, ma è di sicuro un cambio di rotta radicale rispetto allo scontro frontale Facebook Apple che è stato alimentato nei mesi scorsi.
Sul fronte degli utenti, quello che per noi conta da sempre di più, gli strumenti di protezione della privacy di Apple sono i migliori in assoluto in circolazione e dovrebbero essere una linea guida per tutti i soggetti che operano nell’ambito digitale.
2 thoughts on “Perché la sfida Facebook Apple non si ferma?”
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