A poche ore dal nostro recente articolo sul tema, esplode oggi lo scandalo della privacy su Facebook, dopo che il social network ha compromesso i dati privati di oltre 500 milioni di persone.
Proprio nella giornata di ieri, anticipando un’intervista dell’amministratore delegato di Apple Tim Cook ha rilasciato al New York Times e verrà pubblicata domani, avevamo accennato allo scontro in atto su un tema delicato come quello della privacy, che vede coinvolto in prima persona Facebook.
Ne abbiamo parlato più volte, con l’aggiornamento ormai imminente di iPhone e iPad, sarà molto più difficile tracciare le abitudini degli utenti da parte dei social network e di qualunque applicazione venga installata sul nostro telefono.
Apple è quasi ossessionata dall’idea di difendere i propri utenti dalle ingerenze esterne, argomento che molti di noi sottovalutano: sono giornate come queste che ci fanno capire perché evitare di far raccogliere informazioni che ci riguardano sia importante, perché poi non sappiamo quali di queste informazioni vengano conservate nel modo corretto e soprattutto chi possa venirne in possesso.
La notizia è esplosa ieri su business insider, ne abbiamo accennato anche nella puntata del podcast di oggi, perché si parla di una violazione dei dati che ha coinvolto addirittura 500 milioni di persone.
Sembrava che il numero di 33 milioni di americani e di 11 milioni di inglesi fosse già enorme, facendo riferimento alle persone coinvolte dalla fuga di notizie, ma in realtà dobbiamo prendere atto del fatto che ci sono addirittura 37 milioni di italiani i cui dati sono stati trafugati.
Per la precisione, parliamo di identità personale, nome e cognome, abbinata al numero di telefono e in alcuni casi anche all’indirizzo e-mail, oltre alle innumerevoli informazioni che Facebook raccoglie su ciò che noi facciamo online.
Gli amici di Dday, hanno spulciato nel file che è trapelato online e hanno potuto verificare che i nomi e i numeri sono abbinati in modo drammaticamente corretto.
I dati che sono stati resi pubblici riguardano il nome e il cognome, il numero di telefono personale, la città di residenza, il proprio stato coniugale e la data di nascita.
Secondo Facebook, interpellato da business insider che come hai detto ieri ha riportato per primo la notizia, la violazione dei dati risale ad una vulnerabilità risolta già nel 2019, questo significa che questa enorme mole di informazioni gira probabilmente in rete già da anni, ma ora è arrivata a disposizione di tutti gratuitamente.
Qualche tempo fa, era apparso su Telegram un BOT a cui era possibile chiedere a chi appartenesse un numero di telefono e pare che l’origine di quelle informazioni fosse proprio in questa gigantesca lista.
Per chi approcciasse questo argomento con leggerezza, pensando che tutto sommato conoscere il numero di telefono di una persona possa essere un danno contenuto, segnaliamo che la presenza della data di nascita può aiutare a risalire a molte delle password utilizzate, dato che purtroppo molte persone utilizzano proprio la data di nascita come proprio codice personale.
Oltre a questo dettaglio, possedere il nome il cognome e il numero di telefono di una persona, con l’aggiunta anche del dettaglio dell’età, può aiutare ad individuare soggetti deboli per truffe telefoniche.
Insomma, tutte queste informazioni nelle mani di sconosciuti sono comunque un rischio di cui avremmo volentieri fatto a meno.
Le chiacchiere su questo argomento sono state tantissime in questi mesi, ma la realtà è che la privacy su Facebook è una chimera. Se alla natura un po’ “guardona” del social network si affianca anche una tecnologia debole, siamo davanti ad un problema grave.
L’errore più grande che potremmo fare è sottovalutare il tema.