Ci si chiede spesso se le radiazioni dei cellulari sono un problema e a quanto pare la risposta sul territorio italiano dovrebbe essere negativa per i limiti imposti.
Proprio nei giorni scorsi il garante del mercato ha inviato una nota al governo su questo argomento, perché in Italia c’è una normativa che sembrerebbe a difesa della nostra salute e in realtà si sta trasformando in un vero e proprio boomerang.
A questa nota ha aggiunto alcune considerazioni l’amministratore delegato di WindTre, Jeffrey Hedberg, che vi riportiamo.
La segnalazione che l’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza ha inviato al Presidente del Consiglio su sua sollecitazione è importante perché promuove una visione dei mercati dinamica e stimolante per l’attività economica, con l’obiettivo di portare a famiglie e imprese prodotti innovativi adeguati alle sfide dei tempi.
Ci sono due contributi in particolare che meritano di essere sottolineati da un’azienda di telecomunicazioni come WINDTRE.
Il primo riguarda un limite allo sviluppo che frena le reti di telecomunicazioni in Italia da molti anni: le limitazioni imposte ai campi elettromagnetici sul territorio nazionale sono un decimo di quelle indicate dalle autorità europee e adottate da paesi come Francia e Germania, con i quali l’Italia è in competizione sul mercato globale delle esportazioni.
I fornitori di connettività devono installare molte più antenne a parità di territorio e popolazione, con un impatto paesaggistico superiore e maggiori difficoltà nel portare i servizi a famiglie e imprese. Armonizzare i limiti italiani a quelli europei serve anche a mettere il tessuto industriale italiano in grado di competere alla pari con i concorrenti internazionali.
La seconda notazione a mio avviso particolarmente rilevante dell’AGCM riguarda invece le politiche di sostegno alla domanda. Il cosiddetto “Voucher Fase 1” è uno strumento importante per aiutare le famiglie meno abbienti a dotarsi dei dispositivi e della connettività necessari alla didattica a distanza e allo smart working.
Nonostante ciò, a quattro mesi dal varo della misura, sono state utilizzate appena un terzo delle risorse. Un segnale che l’attuazione della misura è stata concepita in modo non ottimale.
Davanti a una prossima “Fase 2”, è importante trarre tutte le lezioni possibili dalla “Fase 1” per evitare di replicare gli errori, nell’interesse dei beneficiari di una politica pubblica così importante.
L’auspicio è che il Governo proceda presto con una revisione dei limiti di campo elettromagnetico e ripensi le politiche di sostegno alla domanda, nell’interesse del tessuto produttivo e del sistema-paese.
E da qui arriva una bozza di risposta alla domanda iniziale: le radiazioni dei cellulari sono un problema?
In realtà, la scienza non si è mai espressa su questo argomento in modo chiaro e vino qui vocab yle, ma il tema sollevato in questi giorni è comunque rilevante, perché la scelta italiana di limiti così rigidi, di gran lunga più forti rispetto a quelli dell’Unione Europea, limitano l’efficienza della rete e inducono all’installazione di un numero di torri più elevate e quindi, alla fine di un inquinamento elettromagnetico più significativo.
Lasciando la risposta al nostro quesito di base ad un secondo momento, con una revisione del tema molto più complessa, ci sentiamo però di sostenere la tesi dell’amministratore delegato di Windtre per cui l’approccio all’argomento deve essere più ragionato e meno di pancia, per evitare di prendere decisioni solo apparentemente vantaggiose.
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