Secondo quanto emerge da alcuni tweet, l’intero database dell’applicazione Clubhouse sarebbe in vendita sul dark web con addirittura 3,8 miliardi di numeri di telefono.
Ci sono diversi distinguo da fare, prima di tutto dobbiamo ricordare che stiamo parlando dell’applicazione Clubhouse, ovvero di uno dei principali successi social degli ultimi mesi, una piattaforma basata sull’utilizzo della voce.
Il principio alla base dell’applicazione Clubhouse è quello di interagire in diretta con i propri follower s’all’interno di stanze in cui si dialoga in tempo reale sugli argomenti piĂą disparati.
Ovviamente, il numero degli utenti di questa applicazione non si avvicina nemmeno lontanamente al numero di 3,8 miliardi, per cui bisogna anche capire bene per quale ragione questo database è così vasto.
Bisogna in primo luogo sottolineare che tutto ciò di cui parliamo va trattato con un condizionale è d’obbligo, perchĂ© vengono riportate voci secondo cui questo gigantesco elenco di numeri di telefono sarebbe in vendita il prossimo 4 settembre, ma non c’è alcuna certezza sul tema.
Torniamo però al quesito principale che emerge da questa storia: perchĂ© un’applicazione con un numero relativamente basso di utenti gestisce un data base con 3,8 miliardi di numeri di telefono?
Qui, purtroppo, si torna ancora una volta al tema della privacy e a quello della spregiudicatezza con cui alcune applicazioni accedono ai nostri dati senza che per noi questo sia del tutto chiaro.
L’applicazione Clubhouse, infatti, raccoglie non solo il numero di telefono di chi si iscrive ma anche la sua intera rubrica telefonica.
Questo significa che da qualche parte nella rete i vostri nome e cognome sono stati abbinati ad un numero di telefono e rischiano di essere venduti ed utilizzati nelle maniere piĂą impensabili.
Pare, tra l’altro, che incrociando i dati in circolazione sia stata stilata una sorta di classifica della popolaritĂ , mettendo in ordine gli utenti a seconda del numero di persone che contengono il telefono nella propria rubrica.
Questo genere di informazioni, tra l’altro, permette anche di ricostruire una sorta di rete di relazioni, pratica che viene severamente vietata dal GDPR attualmente in vigore in Europa.
Ancora una volta, torna d’attualitĂ il tema della protezione della privacy, a cui spesso abbiamo accennato, soprattutto in relazione alle ultime iniziative di Apple.
Certo, ironia della sorte questo accade proprio con utenti di Apple, dato che fino a pochi giorni fa questa applicazione non era disponibile sulla piattaforma Android.
Rimane però il dubbio su quanto riportato da Marc Ruef: nessun altra fonte ha confermato questa notizia della fuga di dati, non ci sono stati commenti ufficiali da parte della società che gestisce Clubhouse.
Attendiamo gli sviluppi dei prossimi giorni, anche se onestamente non è la prima volta che si parla di una fuga di dati dai server di clubhouse, ma le notizie non sono mai state confermate.