Cosa sarà di Honor 20 Pro? Arriverà mai nel nostro paese? Supererà le forche caudine imposte dall’interdizione degli Stati Uniti nei confronti di Huawei?
Per chi non lo sapesse, ricordo che Honor è parte del gruppo Huawei e per questo subisce le stesse ripercussioni della capofamiglia nel rapporto con l’amministrazione americana, con le conseguenze di cui abbiamo già parlato.
La presentazione di ieri a Londra
L’abitudine di Huawei e Honor è di consegnare ai giornalisti uno smartphone per la recensione al termine degli eventi di lancio dei dispositvi.
Ieri, invece, chi ha partecipato all’appuntamento di Londra non ha ricevuto Honor 20 o Honor 20 Pro, perché sembra che quest’ultimo (destinato ai recensori) non è ancora certificato da Google.
Lo sarà mai? Lo vedremo mai fuori dal territorio cinese? Sono domande a cui è difficilissimo trovare risposta, perché nessuno parla: non fa dichiarazioni Google sullo stato delle cose, non ha praticamente risposto nulla Huawei, a parte uno scarno comunicato di lunedì che diceva tutto e niente, non ha dato informazioni ieri Honor.
Le date di lancio non sono state annunciate
C’è però un dettaglio molto rilevante: ieri. non sono state annunciate le date di uscita dei nuovi Honor 20 e Honor 20 Pro.
Nessun accenno ufficiale su quando vedremo i dispositivi sul mercato e a quanto pare anche a distanza di diverse ore dall’evento non si prospettano informazioni certe sul futuro dei due dispositivi.
Sappiamo i prezzi, che vanno dai 299 ai 599 euro, ma non quando li vedremo, sempre che possano arrivare sul mercato europeo, senza la certificazione di Google.
Il problema riguarda il modello più prestigioso, quello con 4 fotocamere e specifiche da competizione, perché quello “base” ovvero Honor 20 sarebbe già pronto all’esordio e sarebbe stato certificato prima del blocco collegato all’interdizione emessa dal governo Trump.
Per ora, quindi, poche informazioni e nessuna certezza. Nei prossimi giorni speriamo di poter dare ulteriori aggiornamenti.
Ma si prospetta il tema che anche le informazioni arrivate ieri, quelle cioè del rinvio del blocco per i prossimi tre mesi, non siano del tutto precise e non abbiano contorni definiti.
Qui serve un’investigazione più approfondita, ma la cortina fumogena è altissima e trovare risposte certe è molto difficile.