L’annuncio è arrivato con una conferenza stampa tenutasi quando in Italia erano le 3 mattino, Huawei fa causa al governo americano, per il divieto emesso di partecipare alla costruzione di reti 5G sul suolo americano.
La mossa arriva qualche giorno dopo che il governo canadese ha autorizzato l’estradizione della figlia del fondatore, coinvolta in una vicenda giudiziaria avviata proprio dall’amministrazione americana.
E’ una mossa azzardata? Una scelta azzeccata? Presto per dirlo, ma forse parte da una conoscenza limitata della cultura americana, che difficilmente prenderà bene la decisione di fare causa all’intero governo.
Una sorta di “attacco al paese”, che rischia di suscitare reazioni nei confronti del marchio, che potrebbero avere ricadute nel lungo periodo.
La situazione è paradossale: per chiunque è praticamente impossibile conoscere la verità sul rischio di spionaggio cinese, ma allo stesso tempo non si può escludere che altri soggetti coinvolti nello sviluppo delle reti non possano fare attività simili a quelle di cui Huawei è accusata.
Si può sostenere che la Cina ci spii o piuttosto che gli Stati Uniti non vogliano perdere il privilegio di farlo?
In questa situazione molto difficile da decifrare arriva la scelta di Huawei, sono curioso di capire che effetti sortirà.
Huawei fa causa al governo americano, il comunicato.
Oggi Huawei ha annunciato di aver intentato una causa, che contesta la legittimità costituzionale della Sezione 889 del National Defense Act (NDAA) del 2019, dinanzi a un tribunale federale degli Stati Uniti. Attraverso questa azione, Huawei chiede una decisione che dichiari che le restrizioni imposte a Huawei sono incostituzionali e un’ingiunzione permanente contro di esse.
Fonte Ufficio stampa Huawei
“Il Congresso degli Stati Uniti ha ripetutamente omesso di fornire prove a supporto delle restrizioni sui prodotti Huawei e siamo costretti a intraprendere questa azione legale come estrema soluzione”, ha detto Guo Ping, Rotating Chairman di Huawei. “Questo divieto non solo è illegale ma limita anche Huawei ad impegnarsi in una concorrenza leale, danneggiando in ultima analisi i consumatori degli Stati Uniti. Attendiamo con impazienza il verdetto della Corte e confidiamo che andrà a beneficio sia di Huawei che del popolo americano”.
La causa è stata intrapresa in un tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Plano, in Texas. Secondo la denuncia, la sezione 889 della NDAA del 2019 non solo impedisce a tutte le agenzie governative statunitensi di acquistare apparecchiature e servizi Huawei, ma vieta anche loro di stipulare contratti o concedere sovvenzioni o prestiti a terzi che acquistano apparecchiature o servizi Huawei, senza alcun previo processo esecutivo o giudiziario. Ciò viola il Bill of Attainder Clause e la Due Process Clause nonché i principi di Separazione dei Poteri sanciti dalla Costituzione degli Stati Uniti, perché il Congresso sta nello stesso tempo promulgando e facendo eseguire la legge, nonché tentando di formulare un giudizio.
Song Liuping, Chief Legal Officer di Huawei, ha sottolineato: “La Sezione 889 si basa su numerose disposizioni false, non provate e non testate. Contrariamente alla premessa dello statuto, Huawei non è di proprietà, controllata o influenzata dal governo cinese. L’azienda ha un programma di sicurezza che ha evidenziato performance eccellenti e non è mai stata portata nessuna prova capace di dimostrare il contrario”.
“Huawei è orgogliosa di essere la società più aperta, trasparente e scrupolosa al mondo”, ha dichiarato John Suffolk, Global Cyber Security & Privacy Officer di Huawei. “L’approccio di Huawei cosiddetto ‘security by design’ stabilisce sia nelle fasi di sviluppo che di implementazione un livello di standard elevato che pochi possono eguagliare”.
Dal punto di vista di Huawei, le restrizioni NDAA impediscono alla società di fornire le tecnologie 5G più avanzate ai consumatori statunitensi, ritardandone così l’applicazione commerciale e impedendo a sua volta di migliorare le prestazioni delle reti 5G negli Stati Uniti. Le regioni rurali e remote del Paese saranno costrette a scegliere tra finanziamenti governativi e prodotti di alta qualità ed economicamente convenienti. Ciò impedirà il processo di aggiornamento della rete, ampliando così il divario digitale. Ancora peggio, le restrizioni imposte a Huawei bloccheranno la concorrenza, obbligando i consumatori statunitensi a pagare prezzi più alti per prodotti di qualità inferiore.
Stime provenienti da fonti industriali dimostrano che consentire a Huawei di competere consentirebbe una riduzione del costo dell’infrastruttura wireless tra il 15 e il 40%. Ciò farebbe risparmiare al Nord America almeno 20 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
Guo Ping ha aggiunto: “Se questa legge venisse messa da parte, come dovrebbe, Huawei potrebbe portare tecnologie più avanzate negli Stati Uniti e aiutarla a costruire le migliori reti 5G. Huawei è disposta ad affrontare le preoccupazioni relative alla sicurezza del governo degli Stati Uniti. Rimuovere le restrizioni NDAA darà al governo statunitense la flessibilità di cui ha bisogno per lavorare con Huawei e risolvere i reali problemi di sicurezza”.